Con un articolo comparso sulla nazione on line del 24 luglio scorso il Presidente di Umbra Acque Gianluca Carini richiama i cittadini al rispetto delle ordinanze per il risparmio idrico. Caro presidente, i cittadini rispettano i loro impegni perchè sono consapevoli di quanto sia importante risparmiare l’acqua e conservarla in buono stato per le generazioni future. Infatti i consumi sono diminuiti e gli aumenti delle bollette vengono pagati regolarmente (tasso di morosità inferiore alla media nazionale).
Non si può dire altrettanto invece di Umbra Acque spa (vedi ACEA-SUEZ), che ha iniziato nel 2003 a gestire il servizio idrico, a seguito di affidamento da parte dei comuni, sulla base della motivazione che la gestione totalmente pubblica era costosa, corrotta e inefficiente. Dopo circa 15 anni però ci accorgiamo che ha prodotto solo grandi profitti per le casse della società a scapito degli utenti, Infatti:
1) Il recente programma ACEA 2.0, introdotto con la scusa di efficientare la gestione amministrativa, e pagato con le tariffe degli utenti, in realtà ha permesso ad ACEA (SUEZ) di chiudere il 2016 con un utile maggiore del 49,9% rispetto al 2015 (vds QFinanza on line ) e di aumentare la quotazione delle sue azioni del 2,78%.
2) Le bollette aumentano regolarmente (2016 +5,5 %, 2017 +12,1 %, 2018 +8,4 %, 2019 +10,5%).
3) I debiti verso i comuni per canoni non pagati risultano di € 12.640.006 (da“Relazione tariffe”) quindi gli stessi comuni per pagare i mutui per il servizio idrico devono usare le tasse dei cittadini, che quindi pagano 2 volte per la stessa cosa: in bolletta e con le tasse comunali.
4) Dall’esito dei controlli pubblicati dall’ATI, gli investimenti non realizzati da Umbra Acque spa e che sono stati comunque pagati nelle tariffe ammontano a € 59.525.518.
5) Le perdite nelle reti aumentano di anno in anno, in alcuni luoghi superano il 50%
Allora Presidente, chi è che spreca l’acqua e che deve mantenere gli impegni presi?
Ormai il fallimento della gestione privata del servizio idrico è palese!
Un modello che porta all’aumento dei costi a carico degli utenti, all’impoverimento delle infrastrutture e che è sempre più lontano dalle esigenze degli utenti i quali, per usufruire di un bene di prima necessità come l’acqua, per problemi contrattuali o di fatturazione, possono relazionarsi solo con i call center che non sempre rispondono: infatti diminuiscono gli sportelli aperti al pubblico insieme ai dipendenti con i quali gli utenti possono interloquire.
Cosa ci ritroveremo alla scadenza della concessione nel 2027?
I cittadini/utenti hanno capito da tempo che è necessario uscire dal giro vizioso della privatizzazione ed avviare un processo di gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali.
Per questo invitano chi non l’ha ancora fatto a firmare l”istanza popolare di risoluzione della convenzione di affidamento del servizio idrico a Umbra Acque SPA” (vedi articolo campagna di sottoscrizione).
L’unica soluzione possibile.
Comitato Umbro Acqua Pubblica
Per info: