Era il 12 e 13 giugno del 2011 quando 26 milioni di italiani (quorum di partecipazione al voto che non si vedeva da anni) votarono per l’abrogazione dell’art. 23Bis del decreto Ronchi che spingeva alla privatizzazione del servizio idrico e dei servizi pubblici di rilevanza economica e per l’annullamento della componente tariffaria del profitto garantito (7%) nelle tariffe del servizio idrico (art. 154, c. 1 del D.Lgs 152/2006).
La volontà popolare era chiara: l’acqua è un diritto umano fondamentale e monopolio naturale quindi non può essere gestita con il sistema privatistico che ha come scopo il profitto. Al contrario la gestione deve essere pubblica e partecipata dai cittadini in modo da garantire a tutti la distribuzione e la conservazione della risorsa per le generazioni future e la tutela dell’ambiente.
Questa è la storia. Ma già prima del referendum, con l’attribuzione delle funzioni di controllo del servizio idrico all’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza sulle risorse idriche (D.L. 13 maggio 2011 n. 70) e poi con il D.L. 201/6-12-2011 del Governo Monti, la regolazione del servizio idrico fu affidata all’AEEG-SI oggi ARERA, per una gestione in regime di libera concorrenza, con tanto di profitti (rinominati oneri) tra le componenti tariffarie.
La privatizzazione era salva in nome dell’efficienza e del profitto, in Umbria sicuramente a favore della SUEZ (all’interno di ACEA, all’interno di Umbra Acque e del SII di Terni) ma non a favore dei cittadini.
Infatti mentre gli utenti hanno pagato regolarmente tutti gli aumenti tariffari nelle bollette dell’acqua il gestore privato non ha mai rispettato la programmazione degli investimenti da realizzare, spesso rimandando di anno in anno la realizzazione di lavori già coperti dalla tariffa.
In quasi venti anni di gestione privata gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti:
-le perdite nelle reti hanno superato il 50% dell’acqua erogata (e oggi Umbra Acque spa si vanta di aver ridotto le perdite al 45%?);
-minori investimenti per la tutela della qualità dell’acqua;
-aumento di costi non programmati e operativi;
-canoni non pagati ai Comuni che ovviamente si ripercuotono anche in minori servizi ai cittadini;
-tariffe alle stelle e utili consolidati di milioni di euro (4,7 mil. nel 2021 e 6,9 mil. nel 2020).
Nonostante l’inefficienza di gestione l’AURI (l’Assemblea dei Comuni ricadenti nella gestione di Umbra Acque spa) ha premiato Umbra Acque spa deliberando l’estensione della Convenzione di 4 anni, fino al 31/12/2031, dimostrando ancora una volta la complicità tra politica e affari.
Dopo un lungo esame dei vari piani tariffari succedutisi nel tempo il Comitato Umbro Acqua Pubblica, per mezzo di una cittadina tra i fondatori del comitato e con il sostegno di altri 1000 utenti che hanno sottoscritto l’istanza, promuove un’azione popolare al Tribunale di Perugia per chiedere la risoluzione della convenzione con Umbra Acque spa a causa delle inadempienze commesse dal gestore durante tutto il corso dell’affidamento a danno di cittadini e utenti e per rivendicare il diritto all’acqua e alla vita per questa e le future generazioni.
Segue comunicato con i contenuti del ricorso.
Forward en English
The Umbrian Acqua Pubblica Committee promotes an legal action against Umbra Acque spa to ask the Court for the early termination of the management agreement due to default by the manager.
It was 12 and 13 June 2011 when 26 million Italians (quorum of participation in the vote that had not been seen for years) voted for the repeal of art. 23Bis of the Ronchi decree which pushed for the privatization of the water service and public services and for the cancellation of the component of the guaranteed profit (7%) in the tariffs of the water service (Article 154, paragraph 1 of Legislative Decree 152/2006).
The popular will was clear: water is a fundamental human right and a natural monopoly so it cannot be managed with the private system which has profit as its purpose. On the contrary, management must be public and participated by citizens in order to guarantee the distribution and conservation of the resource for future generations and the protection of the environment.
This is the history. But already before of the referendum, with the attribution of the control functions of the water service to the National Agency for the regulation and supervision of water resources (Legislative Decree 13 May 2011 no. 70) and then with the Legislative Decree 201 / 6-12-2011 of the Monti government, the regulation of the water service was entrusted to the AEEG-SI today ARERA, for management under free competition, with lots of profits (renamed charges) among the tariff components.
Privatization was saved, in the name of efficiency and profit, in Umbria certainly in favor of the SUEZ (within ACEA, within Umbra Acque and the SII of Terni) but not in favor of the citizens.
In fact, while citizens have regularly paid all the tariff increases in their water bills, the private operator has never respected the investment plan, often postponing from year to year the construction of works already covered by the tariff.
In almost twenty years of private management, the negative effects are clearly evident:
– water leaks from the pipes have exceeded 50% of the water supplied (and today Umbra Acque spa boasts of having reduced the losses to 45%?);
– fewer investments for the protection of water quality;
– increase of costs unplanned and operational;
– fees not paid to municipalities which have repercussions in fewer services to citizens;
– high rates and consolidated profits of millions of euros (4.7 million in 2021 and 6.9 million in 2020).
In this situation of inefficiency of management, AURI (the Assembly of Municipalities) awarded Umbra Acque spa by, approving the extension of the Convention- Agreement for 4 years, until 31/12/2031, demonstrating once again the complicity between politics and business.
After a long examination of the tariff plans that have taken place over time, the Umbrian Public Water Committee, through a citizen among the founders of the committee and with the support of 1000 other signatures of users, promoted a popular action to the Court of Perugia to request the termination of the agreement with Umbra Acque spa due to default by the manager for the period of office, harming citizens and users and to claim the right to water and life for this and future generations.