Da tempo è dimostrato che profitti e servizi pubblici non possono andare d’accordo e che le gestioni private massimizzano i profitti lasciando debiti e inefficienze al pubblico.
E’ il caso del servizio idrico che dopo quasi 20 anni di gestione privata ha prodotto utili e consolidato il patrimonio dei gestori grazie ai finanziamenti pubblici ed all’applicazione di tariffe salatissime.
Mentre i cittadini risparmiano sui consumi dell’acqua perché sensibili alla tutela della risorsa, oltre che alla bolletta, i politici, da una parte procurano allarme sulla crisi idrica (siccità e razionalizzazione dell’acqua) e dall’altra avallano sprechi e consumi, come ad esempio la perdita del 50% dell’acqua immessa nelle reti causata dalla mancata realizzazione, da parte dei gestori, degli investimenti programmati.
Il nocciolo della questione è che la gestione privata dei servizi pubblici essenziali (sanità, trasporti, scuola…) nel nostro caso il servizio idrico, può solo provocare elevati costi di gestione, sperpero della risorsa, impoverimento delle strutture, precarizzazione del lavoro, perdita delle competenze professionali.
Tutto questo è stato messo in evidenza dal Comitato Umbro Acqua Pubblica che ha citato Umbra Acque spa, con un’azione popolare presso il Tribunale di Perugia, vista l’inerzia degli Enti d’Ambito e dei Comuni che li compongono, che invece di sollecitare Umbra Acque spa al rispetto della convenzione, applicando anche le penali previste, hanno continuato in tutti questi anni a sottoscrivere tutto quello che veniva dal gestore senza entrare nel merito di alcun controllo.
Le inadempienze contestate nel periodo di affidamento sono:
-la mancata realizzazione degli investimenti programmati nel corso degli anni, alcuni dei quali riproposti di anno in anno ai fini dei piani tariffari;
.- l’aumento dei costi di gestione e degli investimenti non programmati come conseguenza diretta del mancato rispetto della programmazione;
– i debiti nei confronti dei comuni, in parte rimborsati con piani di rientro e compensazioni di bollette esose a carico degli enti;
– le tariffe elevate calcolate solo sulla base della programmazione e mai riviste a consuntivo degli investimenti non realizzati.
A distanza di 11 anni da un referendum che ha detto NO a questo modello economico e che ad oggi continua ad essere ignorato, un parlamento già scaduto si affretta ad approvare il DDL “concorrenza” rilanciando le privatizzazioni sui servizi pubblici essenziali.
Con l’Azione Popolare ci riprendiamo il diritto di contrastare scelte politiche scellerate che stanno portando il paese verso un degrado ambientale e sociale ormai sotto gli occhi di tutti e riportare al centro dell’attenzione principi universali di solidarietà, partecipazione e uguaglianza tra cittadini attraverso l’accesso per tutti ai servizi pubblici essenziali.
forward in English
Popular action in Court of Perugia of the Umbrian public water committee: with private management the accounts no balance for citizen.
It has long been proven that profits and public services cannot get along and that private managements maximize profits and leave debts and inefficiencies to the public.
This is the case of the water service which after almost 20 years of private management has produced profits and consolidated the manager’s assets thanks to public funding and the application of very high tariffs.
While citizens save on water consumption because they are sensitive to the protection of the resource, as well as to the bill, politicians, on the one hand, alarm the water crisis (drought and rationalization of water) and on the other endorse waste and consumption, such as for example, the loss of 50% of the water introduced into service pipes caused by the failure of the operators unable to perform the planned investments.
The core of the problem is that the private management of essential public services (health, transport, school …) in our case, the water service, can only cause high management costs, waste of resources, impoverishment of structures, job insecurity, loss of professional skills.
All this has been highlighted by the Umbrian Public Water Committee which sued in Court of Perugia Umbra Acque spa, water service manager of 38 city Hall of the Umbria, with a popular action, to replace of the assembly of Municipalities that they should control the manager’s activity. The assembly of Municipalities instead of soliciting Umbra Acque spa to respect the agreement, also applying the penalties provided, have continued in all these years to underwrite everything that came from the manager without entering into the merits of any control.
The defaults contested during the term of office are:- the failure of the implementation of the investments planned over the years, some of which are re-proposed from year to year for the purposes of the tariff plans;
– the increase in management costs and unscheduled investments as a direct consequence of non-compliance with the plan;
– the debts towards the municipalities, partially repaid with repayment plans and compensation of expensive bills charged on the municipalities;- the high increases calculated only on the basis of planning and never reviewed in the final balance of unrealized investments.
11 years after a referendum that said NO to this economic model and which continues to be ignored, an already expired italian parliament is hastening to approve the “competition” bill by relaunching privatizations on essential public services.
With Popular Action we take back the right to oppose wicked political choices that are leading the country towards environmental and social degradation now under the eyes of all. We want to affirm instead universal principles of solidarity, participation and equality between citizens through the access for all to essential public services.