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Intervento del portavoce del Comitato Tutela Rio Fergia al Primo Forum Nazionale dell’Acqua – .

Roma marzo 2006

La realtà della Rocchetta nella nostra regione è rappresentata dalla produzione di 2 milioni di bottiglie al giorno, dallo stabilimento esce un tir pieno di acqua imbottigliata ogni 7 minuti; tutto ciò con l’utilizzo di 50

dipendenti di cui una parte tenuti con contratti atipici e il ricorso a 4 mesi di cassa integrazione ( E’ noto che per il "business" dell’acqua non sono necessari molti lavoratori!)
I prelievi vengono fatti già da due pozzi che arrivano alla profondità di circa 500 m. e attualmente la Rocchetta, attraverso una società satellite la IDREA SPA, ha richiesto la concessione allo sfruttamento industriale per un altro pozzo alla distanza di 15 km dai precedenti. Il pozzo va a interferire sulle falde del Rio Fergia, il fiume dalla cui sorgente partono già 3 acquedotti pubblici: uno per il comune di Gualdo ( circa 200 utenze), uno per il comune di Nocera Umbra e uno per alcuni comuni marchigiani come Fabriano. Una prima relazione dell’ARPA regionale aveva già stabilito la connessione pozzo p3 e l’acquifero della sorgente del Rio Fergia, ma ultimamente una seconda relazione ha stabilito che un ulteriore prelievo di 10 l. di acqua al secondo alla sorgente non compromette la salute del fiume.
Tutto per giustificare la concessione alla Rocchetta, o meglio alla società IDREA SPA che con il sistema delle scatole cinesi si riconduce al noto gruppo cui fa capo la Rocchetta Uliveto.
Anche da un punto di vista legale ci sono delle irregolarità: il comitato ha evidenziato che l’IDREA spa ha richiesto lo sfruttamento industriale ma non possiede i requisiti per realizzarlo, la società che ha richiesto lo sfruttamento industriale (l’IDREA SPA) è diversa da quella autorizzata dalla Regione Umbria alla ricerca (Rocchetta). Come già detto, l’ARPA ha dimostrato “l’interferenza del pozzo P3, in località Lisciarelle, con il bacino di Boschetto e quindi correlazione tra attingimenti a fini idro-potabili e attingimenti a fini industriali”, ma anche perseguendo la strada della legalità non si riesce ad avere alcun risultato, (a dimostrazione di come spesso le leggi possono essere interpretate a seconda dei fini che si vuole raggiungere ed anche che la strada per affrontare certe problematiche non è la produzione di nuove normative più o meno consenzienti, ma la ferma volontà di impedire scempi su un patrimonio che è di tutti).
Attualmente le richieste specifiche del Comitato sono: la chiusura dei pozzi interessati e l’applicazione dei misuratori sul fiume per verificare quanta acqua viene prelevata e quindi il flusso minimo vitale del fiume. Per questo ha organizzato un’assemblea cittadina e un sit –in sulle rive del fiume.
Il comune di Gualdo Tadino, invitato all’ultima assemblea pubblica si rifiuta di scendere in discussione, addirittura ha multato il comitato per mancanza di pagamento della tassa di affissione pubblica per le locandine informative.
Alla Regione Umbria, è stata presentata una proposta di legge per i beni comuni però l’investimento Rocchetta si deve fare e se ciò succederà sarà vita dura per le risorse idriche e il patrimonio naturale di questi territori; non si controlla un’impresa che ha investito 80 miliardi!

Posted in COMITATO TUTELA RIO FERGIA.