L’incontro tecnico scientifico del 28 gennaio u.s. ha confermato ancora una volta come lo stato delle sorgenti della dorsale appenninica umbra sia in una condizione di quasi siccità.
Al tavolo dei Lavori erano presenti i Dott.ri Manfretti e Martinelli dell’ARPA Umbria e il Prof.ri Tulipano e Sappa dell’Università “La Sapienza “ di Roma che circa un anno fa hanno eseguito lo studio geologico sullo stato del bacino idrico della dorsale Appenninica da cui parte il pozzo di Corcia, costruito dalla Rocchetta/Idrea e la sorgente del fiume Rio Fergia, commissionato dal Sindaco di Nocera Umbra, presente anch’egli all’incontro. Presenti, naturalmente i comitati tutela Rio Fergia, Pro Acqua di Gualdo Tadino, Umbro Acqua Pubblica, contro l’acquedotto Scheggino Pentima, e contro i cementifici di Gubbio. Ospite inatteso, ha fatto la sua comparsa anche il Sig, Sindaco di Gualdo Tadino, al quale i comitati avevano richiesto più volte questo incontro, allarmati sia dalla scarsità della portata dell’acqua del Rio Fergia (vorremmo evitare che si prosciughi come il Fiume Feo), sia dalla mancanza d’acqua nel comune di Gualdo dell’estate scorsa, che ha costretto il gestore a rifornire i cittadini con le autobotti e a razionalizzare l’acqua, nonchè dalla mancanza d’acqua nel comune di Nocera Umbra, che nel mese di dicembre scorso ha costretto a rifornire alcune frazioni con l’autobotte (come dichiarato dal Sindaco Tinti).
Ma andiamo alle relazioni tecniche:
i tecnici dell’ARPA sono stati i primi ad illustrare la loro versione, ribadendo quanto affermato nella relazione del febbraio 2006, e cioè che esiste interferenza tra il pozzo di Corcia e la sorgente Rio Fergia, ma che questa non è rilevante, cioè non è visibile rispetto a tutto l’acquiferoed è su questa considerazione che si basa la nuova concessione allo sfruttamento industriale della Regione dell’Umbria alla Rocchetta/Idrea; ma al di là delle prove con i traccianti, quale migliore prova dell’interferenza, il fatto che il fiume era diventato marrone durante lo scavo del pozzo?
Inoltre le prove della portata delle sorgenti sono state delle stime e non misurate effettivamente, per fare ciò sarebbero necessari altri test.
Di tutt’altro parere il Prof. Tulipano, il quale ha spiegato ai cittadini come aveva condotto lo studio, tra l’altro sulla base dei dati fornito dall’ARPA stessa!
Il bacino acquifero è come un serbatoio – ha descritto il Prof. – dove filtra l’acqua piovana, dal quale sgorgano le sorgenti; quindi il parametro per misurare la portata dell’acquifero è misurare il volume d’acqua che viene restituita dalla sorgente. Per quanto riguarda il Rio Fergia la riserva dinamica del bacino è passata da 270 l/s a 20 l/s, pertanto anche un progetto di prelievo di 3 l/s non può essere ammissibile per questo bacino! Qualsiasi prelievo maggiore andrebbe ad intaccare la riserva idrogeologica del sottobacino, che è di circa 8 km. e rappresenta la riserva intoccabile!
Sarebbe la desertificazione totale!
Un altro problema che non è stato assolutamente affrontato dalla relazione dell’ARPA è il livello dei solfati che sono già molto alti 120mg/l). Prelevando acqua tale livello è destinato ad aumentare, provocando un grave danno ambientale!
Tutti hanno concordato che non c’è niente di certo nella scienza, ma ci sono forti probabilità, e, questo è uno dei casi!
Immaginiamo cosa può succedere se la Rocchetta/Idrea inizia a pompare 12 l/s sul pozzo dove la quota del livello statico è molto vicina a quella della sorgente del Rio Fergia, come autorizzato dalla Regione Umbria il 25 maggio 2007!
Sottovalutare le “interferenze minime” come hanno dichiarato i tecnici dell’ARPA nel febbraio 2006, può risultare disastroso, oggi, tenendo conto della velocità dei cambiamenti climatici.
In effetti anche la portata delle sorgenti del comune di Nocera Umbra si è notevolmente ridotta: la sorgente di Bagnara che di solito ha una portata di 380 l/s, a novembre scorso aveva solo 18 l/s; l’altra sorgente nella stessa zona che di solito ha una portata di 350 l/s a dicembre si era ridotta a 78 l/s; a dicembre è stato necessario ridurre di 1,5 l/s l’acqua destinata a Perugia.
In questa situazione, il rischio della siccità è quasi una realtà, quindi nel rispetto del d.lgs 152/ 2006 è necessario dare priorità ai prelievi per i cittadini ad uso idropotabile.
Che di re del sindaco di Gualdo Tadino, cadeva dalle nuvole! Lui non aveva mai visto la relazione di Tulipano, ma per fortuna che gli è stata notificata da un’avvocato; lui ha sempre partecipato a tutte le assemblee dei comitati, ma io (e non solo) è la prima volta che lo vedo in 4 anni; dice che non è vero che i cittadini gli avevano richiesto di organizzare questo incontro, ma per fortuna che c’è una raccomandata con ricevuta di ritorno e non solo, anche una manifestazione cittadina fatta il 24 novembre scorso con la partecipazione in piazza di 300 cittadini che chiedevano di parlare con lui! Ma perché i cittadini devono essere sempre vessati dalle istituzioni? Ma chi sono questi personaggi se non rappresentanti eletti al servizio dei cittadini stessi?
Alla luce di quanto sopra, chiediamo: il ritiro della delibera della giunta regionale del settembre 2006, il ritiro delle Determina dirigenziale dell’Assessorato Ambiente della Regione Umbria del 25 maggio 2007 e la Concessione ai lavori rilasciata dal Comune di Gualdo Tadino alla Rocchetta/Idrea.
Comitato Umbro Acqua pubblica