Mercoledì prossimo, 3 febbraio, la IV Commissione Consiliare del comune di
Perugia voterà la Proposta di Delibera d´Iniziativa Popolare, sottoscritta da
1238 cittadini residenti, per modificare lo Statuto Comunale e iniziare il percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
Secondo alcuni rappresentanti del Partito Democratico, votare a favore della
proposta significa mettere il comune di Perugia in una posizione di contrasto
con la normativa vigente, sia nazionale che comunitaria.
Questo vorrebbe dire che i circa cento comuni d´Italia come Anghiari ,
Caserta, Fabriano, Ferrara, Napoli, Pienza, San Gimignano, Taranto, Trento;
in Umbria, Orvieto, Gubbio e Narni; la Provincia di Fermo, le Regioni Puglia
e Valle D´Aosta, che hanno deliberato di modificare il loro statuto,
introducendo il principio che l´acqua è un "servizio privo di rilevanza
economica e deve essere gestito in base agli artt. 31 e 114 del D. Lgs.vo n.
267/200", nonchè il principio che "il diritto all´acqua deve essere garantito
con l´erogazione di 50 lt/giorno a persona"
sono contro la normativa Italiana ed Europea?
Gli Amministratori di questi Enti Locali sanno che con l´introduzione del
nuovo titolo V della Costituzione,
I COMUNI HANNO PIENA AUTONOMIA NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI.
Vedi anche dal Parere della Corte dei Conti Lombardia 195/2009, dalle Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374; Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006.
Mentre in Italia la Campagna "Salva L´Acqua" lanciata dal Forum Nazionale dei movimenti per l´acqua stà portando centinaia di Enti Locali a riprendersi la gestione del servizio idrico, mettendo alla porta le multinazionali dell´acqua, qui a Perugia la IV Commissione Consiliare ha votato a maggioranza una proposta di delibera che riconosce un generico diritto umano all´acqua, la validità all´art.23 della l. 133 (in linea con il governo Berlusconi!) e di farsi promotore presso tutte "le sedi istituzionali" che escludano il servizio idrico dai servizi di rilevanza economica.
e che cos’è il Comune se non una sede istituzionale?
Con questa proposta la maggioranza di questo Comune dimostra di non volersi assumere la responsabilità di decidere sul diritto umano fondamentale dell´acqua, lasciandolo nelle mani del profitto dei privati, costringendo i
cittadini a pagare tariffe esorbitanti e ad avere servizi scadenti.
Approvare la proposta di delibera d´iniziativa popolare contro la
privatizzazione dell´acqua è un atto di civiltà e di rispetto dell´ascolto
della volontà popolare che ha scelto la difesa dell´Acqua e la sua gestione
come Bene Comune, e un atto necessario da parte di chi crede nei valori della
democrazia.
Lunedì 8 febbraio ore 15,00 tutti in Consiglio Comunale per la decisione finale sul futuro dell´acqua nella nostra città!