ecco chi sono i soci di Umbra acque
Caltagirone |
Anche Gdf-Suez ha rilevato nuove quote per arrivare al 10,4% |
Laura Serafini ROMA I due maggiori soci privati di Acea continuano a rincorrersi nel gioco al rialzo degli arrotondamenti delle rispettive partecipazioni nel capitale dell’utility. Ieri Francesco Gaetano Caltagirone ha annunciato di aver raggiunto quota 13,1 per cento, aumentando di circa lo 0,1% la soglia che aveva raggiunto a metà giugno. Due giorni fa era stata la volta di Gdf Suez a comunicare alla Consob che aveva ritoccato di uno 0,1% la partecipazione portandola dal 10,3 al 10,4 per cento. Questo flusso continuato a intervalli di 1530 giorni sugli acquisti effettuati dai due gruppi è dovuto alle regole fissate dall’autorità che vigila sui mercati in tema di trasparenza sulle partecipazioni possedute e che impongono di aggiornare periodicamente il mercato anche sui minimi spostamenti. Ma riflette anche il processo ormai in corso da un paio di mesi che vede i due soci fino a qualche mese fa antagonisti – procedere ad acquisti parcellizzati pressochè quotidiani, forse con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sul titolo Acea. Nonostante ciò, i corsi azionari dell’utility stanno risentendo dello shopping: il titolo ha raggiunto il picco massimo da inizio anno, pari a 8,67 euro, lunedì scorso, contro il minimo di 7,18 euro di metà gennaio. Una riprova della ripresa del titolo si ha nei prezzi pagati da Caltagirone per i suoi recenti acquisiti: l’ingegnere,che ha comprato per tutto il mese di giugno, ha pagato le azioni da un minimo di 7,87 euro ad un massimo di 8,46 euro ciascuna. Lo shopping nel capitale fa da sfondo al negoziato avviato da qualche settimana per sciogliere gli accordi di joint venture siglati dall’utility con Electrabel in passato e che oggi vanno piuttosto stretti alla subentrata Gdf-Suez. Dopo mesi di scontro, GdfSuez e Caltagirone hanno trovato un punto di accordo su come uscire da una crisi che aveva portato il vertice di Acea alla decisione di avviare l’arbitrato internazionale. È stata trovata un’intesa generale sulla prospettiva di dividere gli asset, ma sulle modalità la trattativa è ancora in alto mare. Il diavolo, come si dice, è nei dettagli e soprattutto nei risvolti economici derivanti da ogni spostamento di asset. È per questo motivo che le varie parti coinvolte nel negoziato sono alquanto scettiche sul fatto che in occasione del consiglio di amministrazione del 27 luglio, convocato per l’approvazione della semestrale, si vada oltre un’informativa generale ai consiglieri sui progressi fatti sino a quel momento. Ieri il presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi ha voluto comunque mostrarsi ottimista. «Si sta cercando di dividere i vari asset in modo che ognuno si dedichi a quelli di propria esclusiva competenza- ha detto Cremonesi- . I presupposti di un accordo ci sono anche se, finché non si arriva alla firma, l’eventualità di un arbitrato non è scongiurata ». Un commento, quest’ultimo,che lascia intravedere la possibilità che il negoziato su come accordarsi non stia andando in discesa. Il presidente ha poi aggiunto che «l’indicazione all’advisor è di concludere il suo lavoro prima di agosto. Penso sarà così, poi se serve qualche giorno in più non é un problema. Al cda del 27 luglio ci sarà un’informativa, non so se un’ipotesi completa di soluzione, ma certamente un aggiornamento della situazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA LA TRATTATIVA FRANCESE Il presidente Cremonesi offrirà al cda del 27 luglio un’informativa sullo stato dell’arte dei contatti per dividere gli asset |
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