Circa 3 anni fa i referendum del 12 e 13 giugno 2011, con legge Costituzionale, sancirono che l’acqua doveva rimanere fuori dal mercato e gestita senza profitti.
Tale volontà popolare venne ribadita un anno dopo con un’ulteriore sentenza della Corte Costituzionale, la 199/2012.
Con un colpo di spugna, il decreto Monti – SalvaItalia, ha riportato l’acqua nel regime di libera concorrenza, tale da poter essere oggetto di commercializzazione dei privati, in primis Veolia e GdF Suez, ma anche noti imprenditori italiani come Caltagirone, presenti all’interno dei principali gestori italiani, come ACEA di Roma, socio al 40% di Umbra Acque SPA.
Sono bastate poche righe, dell’art.21, commi 13 e 19, del decreto legge 201/2012, ed il “governo delle banche” ha trasferito “le funzioni di
regolazione e controllo dei servizi idrici” all’Autorità dell’Energia Elettrica e Gas (AEEG), autorità con il compito di favorire lo sviluppo del mercato e della libera concorrenza, già di elettricità e gas, ora anche dell’acqua, attraverso meccanismi di regolazione dei prezzi che riconoscono come “costi finanziari” gli interessi ed altri elementi di copertura della rischiosità, dell’“investimento del capitale proprio”, nonchè svariate altre forme di profitti come il fondo nuovi investimenti (FOni), vero e proprio finanziamento a fondo perduto al gestore, oneri fiscali in aggiunta al costo delle imposte già riconosciuto, sopravalutazioni del patrimonio.
Le recenti sentenze del TAR Lombardia confermano questa logica e, come se il referendum non ci fosse mai stato, parlano della remunerazione del capitale investito abrogata dal referendum come una “componente a copertura del costo .. rappresentata da un tasso fisso pari al 7%” e, riguardo al tasso di rendimento previsto nel metodo tariffario AEEG di una “metodologia ……..(che) determina un riconoscimento del costo variabile”.
A livello locale, la spinta verso la privatizzazione è continuata con la legge regionale di istituzione dell’AURI (Autorità Umbra per i Rifiuti e risorse Idriche) che, ignorando le diverse delibere dei comuni e della provincia di Perugia in merito alla dichiarazione dell’”acqua bene comune” e “servizio idrico privo di rilevanza economica” ha espressamente previsto un metodo tariffario in linea con quello dell’AEEG, mentre Umbra Acque SPA, società principale gestore della regione, non contenta dei profitti garantiti dal metodo AEEG, ne ha ottenuti degli altri dal TAR Lombardia a seguito di ricorso contro la delibera dell’Assemblea dei Sindaci degli ATI 1 e 2.
In occasione del 25 aprile vogliamo rilanciare la campagna di “Obbedienza Civile”, come forma di resistenza alla palese violazione del diritto umano fondamentale e saremo presenti nelle piazze (domani pomeriggio a Perugia – Pian di Massiano) per invitare tutte e tutti alla riduzione della bolletta dell’acqua in osservanza al referendum.
L’autoriduzione della bolletta sarà la pratica di resistenza del comitato umbro fino alla “liberazione dell’acqua” dalle oligarchie dei privati all’interno dei gestori e fino a non si tornerà ad una gestione totalmente pubblica e partecipata da cittadini e lavoratori, una gestione che ponga l’Acqua definitivamente fuori dal mercato nel rispetto dei referendum del giugno 2011.