In questi giorni Umbra Acque spa sta inviando una pioggia di raccomandate con solleciti di pagamento per morosità. Prima di pretendere la puntualità e precisione dei pagamenti Umbra Acque spa farebbe bene ad essere lei per prima puntuale nei confronti degli utenti.
Uno dei ritardi più evidenti dei gestori dell’acqua in Umbria, con il consenso sia degli ATI che dalla AEEG, riguarda i referendum del 12 e 13 giugno 2011, che dovevano essere applicati dal 21/7/2011 eliminando dalla tariffa la componente della remunerazione del capitale investito (sentenze Giudice di Pace di Arezzo n. 437/2013 e n. 438/2013). Questo non è mai avvenuto e oggi, grazie all’AEEG, ancora paghiamo i profitti sull’acqua.
Riguardo i piani degli investimenti, non si può dire certo che i gestori Umbri abbiano rispettato i tempi degli impegni presi con l’affidamento, infatti in Umbria ci sono perdite delle reti tra le più alte d’Italia. Umbra Acque spa, ad esempio, ha realizzato solo il 25% degli investimenti programmati nel triennio precedente ed il nuovo piano triennale non è altro che il rimando dei lavori non fatti negli anni precedenti!
Dopo la sentenza della C. Cost. 335/2008 i gestori avrebbero dovuto eliminare la quota di depurazione a tutti coloro che non usufruiscono del servizio e rimborsare i dieci ( o quantomeno i cinque) anni precedenti LA SENTENZA, mentre in Umbria viene riconosciuto soltanto ai richiedenti e solo per i cinque anni precedenti LA RICHIESTA. Quindi solo una minima parte degli aventi diritto è stata rimborsata visto che è mancata un’informazione adeguata. Ma anche i questo caso Umbria Acque spa ci ha guadagnato, infatti aveva incassato la quota di depurazione, ma i rimborsi sono rimasti a carico dei comuni perché graveranno sul bilancio dell’ATI2. Riguardo la depurazione poi c’è da dire che anche l’Umbria rientra tra le regioni oggetto di procedura d’infrazione europea per mancanza dei depuratori su diversi agglomerati urbani.
L’accesso all’acqua è un diritto umano fondamentale e un bene primario e non può essere violato per motivi economici. Questo viene affermato da numerose sentenze (Decreto del Tribunale di Bari – 09/09/2004; Sentenza del Tribunale di Latina 31/10/2006; Ordinanza Tribunale di Enna, Provvedimento del Tribunale di Tempio Pausania, sezione staccata di Olbia, del 06-07-2012).
Chiediamo quindi la sospensione immediata della spedizione di raccomandate con solleciti e ingiunzioni che servono ai gestori solo per fare ulteriori profitti, visto che vengono addebitate in bolletta al prezzo di € 8,91 + IVA ognuna, infatti nel 2012 le ingiunzioni e i solleciti hanno prodotto oltre 1 milione di € di profitti.
Comitato Umbro Acqua Pubblica
(e_mail: acquapubblicapg@gmail.com Blog: https://acquapubblica-umbria.noblogs.org)
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