
dopo 78 anni di occupazione, 7 milioni di persone deportate dalle loro case, nonostante i numerosi interventi di diritto internazionale che prevedevano il diritto al ritorno del popolo Palestinese (tra le più importanti Ris. ONU 194/1948 – Ris. 237/1967 – Ris. 3236/1974), i massacri, le reclusioni, i 65000 morti e gli orrori degli ultimi due anni gli stati ancora continuano a collaborare con Israele.
In tutto questi anni l’acqua è stata usata da Israele come arma contro la popolazione palestinese.
Circa 30 anni fa Israele chiuse l’acqua a più di ventimila persone del campo profughi di Jenin per mesi come ritorsione a una serie di manifestazioni pacifiche e di massa.
Già dall’87 Israele con un ordine militare controlla la gestione delle infrastrutture idriche palestinesi, la ricerca di pozzi e nuove sorgenti e nega l’autorizzazione ai nuovi impianti.
Amnesty International, B’Tselem e molte organizzazioni per i diritti umani hanno più volte denunciato che la MEKOROT prosciuga e inquina le risorse idriche palestinesi impedendogli di svolgere anche le attività agricole, distribuendo loro una minima parte di acqua, applicando tariffe altissime e favorendo quelle israeliane.
Negli ultimi due anni l’esercito israeliano ha distrutto infrastrutture idriche, impianti di depurazione e impedisce l’accesso ai camion di rifornimento idrici creando l’emergenza sanitaria per la mancanza di acqua potabile e di servizi igienici anche negli ospedali.
La Corte Internazionale di Giustizia del 2024 ha dichiarato che l’occupazione israeliana è illegale e che gli stati non devono dare assistenza a questa occupazione, inoltre numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno chiesto la cessazione di accordi commerciali con Israele.
Ma gli stati, compresa l’Italia, non hanno mai interrotto le collaborazioni commerciali.
Da circa 2 settimane il comune di Roma ha sospeso l’accordo commerciale tra ACEA spa (socio privato di Umbra Acque spa e del SII di Terni) e la MEKOROT, in vigore dal 2013.
In tutti questi anni ACEA è stata complice della MEKOROT e chissà se questi accordi non saranno ripresi in futuro.
Non possiamo più tollerare queste connivenze!
E’ necessario uscire fuori definitivamente dai meccanismi di privatizzazione dell’acqua e tornare alla gestione pubblica del servizio idrico, partecipata dai cittadini, per non essere complici dei fatti accaduti in nome del profitto e degli interessi di multinazionali e imprenditori senza scrupoli, come la multinazionale SUEZ e Caltagirone.
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