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Report Conferenza: ACQUA PUBBLICA, REFERENDUM TRADITO – Perugia 9-10 maggio 2015

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Due giorni di discussione tra i comitati contro la privatizzazione dell’acqua di Albano, Amaseno, Aprilia, Arezzo, Padova, Pistoia, Prato, Rocca Priora, Umbria, Velletri, Valdarno sul referendum tradito, gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, tariffe e obbedienza civile con l’autoriduzione dalla bolletta della quota di profitto abrogata con il referendum.
Tra gli ospiti presenti il Prof. Enrico Carloni, docente di Diritto Amministrativo all’Università di Perugia, il quale,

partendo da un discorso più in generale sui diritti ha evidenziato l’incessante tentativo del legislatore di ripristinare un modello di mercato, nell’azione dell’Autorità e nella Giurisprudenza Amministrativa, quindi la vittoria referendaria del diritto essenziale è stata annullata nell’applicazione sostanziale ed il progressivo indebolimento del ruolo degli Enti Locali va nella stessa direzione. Con l’attribuzione delle funzioni di regolazione del SII all’Autorità dell’Energia Elettrica e Gas, l’acqua è rientrata nell’ambito del mercato ed il nuovo metodo tariffario dell’AEEG-SI ripropone una componente che paradossalmente è uguale a quella abrogata dal referendum. La frustrazione dell’esito referendario non può prescindere da scelte di tipo politico e segue una linea che interessa non solo il settore del SII.

L’Avv. Sandro Ponziani ha iniziato ad occuparsi di acqua in occasione del primo processo di privatizzazione in Italia, quello dell’ATO di Arezzo.

Già da allora seguiva alcuni comitati di cittadini che si rifiutarono di pagare la nuove bollette, con tariffe altissime, ottenendo una sentenza positiva contro l’affidamento del servizio al gestore privato.
Il suo intervento ha analizzato l’interpretazione della Corte Costituzionale del quesito referendario che ha abrogato la Remunerazione del Capitale Investito, il parere del Consiglio di Stato successivo e, gli interventi legislativi e di tipo amministrativo mirati a tradirne l’esito, iniziati già prima della consultazione referendaria.

Nella seconda parte L’Avvocato ha sottolineato le contraddizioni della sentenza del TAR Lombardia sul metodo dell’AEEG-SI ed ha concluso con il problema della depurazione e le battaglie giuridiche per ottenere il rimborso del canone di depurazione non dovuto.

Nel pomeriggio l’intervento di Thyeri Uso ha messo l’attenzione sulle politiche Europee e i nuovi accordi commerciali transoceanici tra Europa e Canada (CETA) e tra Europa e Stati Uniti (TTIP)


(IT)

(FR)

secondo i quali, nel momento in cui l’acqua viene prelevata dal suo ambiente, diventa un bene commerciale qualsiasi uso se ne faccia (acqua potabile, irrigazione, acqua in bottiglia), inoltre gli accordi consentiranno alle multinazionali di ricorrere a tribunali speciali (ISDS) e ottenere rimborsi per mancati profitti.

Abbiamo avuto l’occasione di conoscere la ripublicizzazione del servizio idrico di Parigi con l’intervento di Anne Le Strat, che ha curato la nascita di EAU de Paris, il gestore pubblico e partecipato da rappresentanti di cittadini, associazioni e lavoratori.

L’ex vice sindaco di Parigi ha parlato del percorso di ripubblicizzazione, nato da un’alleanza politica di tutta la sinistra (la gouche pluriel) che ha scelto di gestire l’acqua come un servizio pubblico alla scadenza del contratto di concessione il 31/12/2009. Questo perchè la municipalità non riusciva a controllare i gestori privati (VEOLIA e SUEZ) che continuavano ad aumentare le tariffe. Già alla fine del primo anno la gestione pubblica ha portato dei risparmi di circa 35 milioni di € proprio per il mancato pagamento dei profitti azionari ed anche per la fusione delle tre aziende di captazione, distribuzione e fatturazione del SII. Tutto questo ha portato alla riduzione delle tariffe dell’8% solo dopo due anni.
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In ultimo l’intervento dell’Avv. Maurizio Montalto di Napoli,

anche lui già dal 2004 ha iniziato a contrastare la privatizzazione dell’acqua a Napoli. Rappresentante dei comitati campani per l’acqua pubblica è da pochi mesi Presidente di ABC Napoli, l’unica Azienda speciale in Italia, per la gestione del servizio idrico dopo i referendum.

Lo Statuto di ABC Napoli garantisce il diritto all’acqua vietando i distacchi per qualsiasi motivo. Inoltre viene garantita la partecipazione dei comitati nella gestione, infatti le assemblee del CdA sono partecipate dai comitati di cittadini e lavoratori. Ma il percorso è solo all’inizio ed il lavoro da fare è tanto per contrastare l’opposizione pressante delle forze politiche al servizio delle multinazionali che vogliono annullare questa bellissima esperienza, unica in Italia.

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Nell’assemblea di domenica mattina i comitati hanno concluso che, comunque vada il ricorso nazionale, non si smetterà di lottare contro ogni forma di privatizzazione dell’acqua, per la garanzia dell’accesso a tutti e per la tutela delle risorse idriche.
In particolare la discussione si è concentrata sui seguenti punti:
1) Ricorso AEEG e prossima sentenza del Consiglio di Stato.
2) Tariffe e ripubblicizzazione.
3) Democrazia e partecipazione.

Pur constatando che sul tema acqua non si respira più il clima del 2011, la questione rimane centrale nella lotta contro le politiche neoliberiste di privatizzazione e va estesa e costruita nei territori la sua connessione con tutti gli altri temi strettamente legati alla salute ed alla qualità (inquinamento, uso dei pesticidi, amianto, prevenzione sanitaria ed osservazione epidemiologica) e più in generale bisogna ridare alla battaglia un respiro culturale e politico complessivo. In questo senso la prossima decisione del Consiglio di Stato sul ricorso contro la sentenza del Tribunale di Milano, pur potendo comportare una riduzione ulteriore degli spazi di resistenza, con degli effetti negativi sulla campagna di obbedienza civile, dovrà essere comunque, indipendentemente dal suo esito, occasione di rilancio della battaglia, riadattando le forme della lotta ed estendendone il carattere collettivo.
In questo senso e a questo scopo è stato deciso di convocare un nuovo incontro dei comitati territoriali dopo l’adozione della sentenza.
E’ stato deciso inoltre di continuare ed approfondire la riflessione sul tema della tariffazione, sulle forme della ripubblicizzazione del servizio idrico e sulle norme introdotte dal decreto Sblocca Italia che impongono forme unitarie di gestione dei servizi pubblici locali (si inoltra nuovamente, come base di questa discussione, il documento elaborato dal comitato di Padova).
E’ stata poi rafforzata la necessità e l’utilità di far circolare in rete tutte le esperienze dei territori e tutti i documenti e i materiali elaborati nelle varie battaglie sui vari temi.
Da Perugia viene rilanciato quindi il valore culturale e politico della battaglia dei territori e con esso il senso e l’esperienza di una comunità resistente che è riuscita ad attivare sensibilità ed attenzione sul tema dell’acqua e che mentre lotta costruisce saperi, competenze, relazioni orizzontali ed elabora nuove forme di democrazia.

Territori Contro la Privatizzazione dell’Acqua

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