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Riunione Comitato Umbro “acqua pubblica ci metto la firma” 29-5-2007

Il 29 maggio pv, alle ore 21 in via della Via a Perugia, si riunirà il comitato umbro per la legge d'iniziativa popolare "acqua pubblica ci metto la firma". Molte sono le cose da discutere:

– raccolta delle firme: a che punto siamo?

– carovana del 30 giugno: organizzazione eventi;

– iniziativa dei COBAS del 8 giugno;

– festa di fine campagna umbra: dove, come e quando la facciamo?

-dopo la campagna: iniziative e proposte;

e tutto quello di cui vorremmo parlare.

Saluti Elisabetta

Posted in INCONTRI.


One Response

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  1. Verdi Umbria says

    Cari amici, vi invio questo scambio di battute avvenuto nei giorni scorsi tra Dottorini e Nevi, sperando possa interessarvi.
    Vi prego di inoltrarlo a chi è interessato.
    A presto
    Nico Scarscelli

    (ACS) Perugia 19 maggio 2007 – “E’ un insulto all’equità e a una corretta gestione delle risorse ambientali che, mentre l’Umbria si prepara ad affrontare l’emergenza siccità, continuino ad aumentare i prelievi della risorsa idrica da parte di aziende di imbottigliamento che rivendono quello stesso bene con ricarichi esorbitanti”. Il capogruppo regionale dei Verdi e civici Oliviero Dottorini commenta così i dati che emergono dalla Relazione regionale sull’utilizzazione delle acque minerali e termali relativa all’anno 2006 in base alla quale si evidenzia “un aumento del 7 per cento rispetto all’anno precedente della produzione di acque minerali nella nostra regione”. In considerazione di ciò, Dottorini sostiene che “è necessario passare subito a un aumento sostanzioso dei canoni per le aziende che imbottigliano e mettere mano a una legge di riordino”.
    L’esponente dei Verdi e Civici spiega poi che il costo dell’acqua per le aziende di imbottigliamento “è la metà di quanto pagano i cittadini per un bene che utilizzano per gli usi quotidiani e vitali: una situazione che a nostro avviso non è più sostenibile”. Spiega Dottorini che l’acqua pagata dalle aziende “poco più di una lira al litro”, i cittadini se la ritrovano negli scaffali del supermercato “a 400 lire, con ricarichi che non hanno pari in nessun altro settore merceologico. E la piccola Umbria – aggiunge – con i suoi diciassette marchi e con un miliardo e 133 milioni di litri imbottigliati rappresenta una delle realtà più significative in campo nazionale, ma i canoni sono fermi dal 2001 a 50 centesimi di euro ogni mille litri”.
    Il consigliere sottolinea poi la necessità di “dar seguito al più presto a quanto contenuto nel Dap 2007 che prevede l’innalzamento dei canoni, anche per dare al settore regole economiche in grado di ridurre la sperequazione tra gli utili stratosferici delle industrie e gli introiti concessionari della Regione. Tra l’altro – spiega – le indicazioni emerse dal Tavolo tecnico delle Regioni italiane stabiliscono i parametri minimi e massimi dei canoni sia per i quantitativi di acqua che per i diritti di superficie e l’Umbria, neanche a dirlo, si posiziona al livello più basso. E’ utile ricordare, a questo proposito, che il livello più alto prevede canoni di prelievo pari a 2 euro, vale a dire quattro volte superiori a quelli attualmente applicati dalla nostra regione”. Dottorini ricorda che l’acqua “è un bene comune ed esauribile, non può essere trattato come una qualunque merce e deve rimanere disponibile innanzitutto per le popolazioni e i cittadini. Tra l’altro è bene ricordare che sulle acque imbottigliate si fanno affari giganteschi, con campagne pubblicitarie costosissime che inducono i consumatori a rinunciare all’acqua dei rubinetti, notoriamente sottoposta a controlli più severi e frequenti. Come Verdi e civici – conclude Dottorini – ribadiamo la necessità che si vada al più presto alla definizione ed approvazione di una legge di riordino del settore che preveda un aumento sostanzioso dei canoni concessionari accompagnato da campagne di sensibilizzazione al risparmio e all’uso corretto e consapevole dell’acqua pubblica”. RED/tb
    ACQUE MINERALI: “IRRESPONSABILE L’INTERVENTO DI DOTTORINI (VERDI E CIVICI) CHE GETTA OMBRE SU UN SETTORE CHE IMPIEGA MOLTI LAVORATORI E PRODUCE RICCHEZZA” – NOTA DI RAFFAELE NEVI (FORZA ITALIA)
    (ACS) Perugia, 21 maggio 2007 – “Quello di Dottorini (Verdi e Civici) è stato un intervento irresponsabile perché racconta una massa di bugie. Cerca di essere il paladino dell’ambiente, ma in questo modo rischia di gettare un’ombra pesantissima su un settore che impiega molti lavoratori e produce ricchezza per l’Umbria, valorizzando la sua immagine nel mondo”. Lo ha scritto in una nota Raffaele Nevi (FI) in riferimento a un precedente intervento, in merito, del capogruppo consiliare dei Verdi e Civici.
    Per Nevi, “Dottorini, infatti, accecato dalla furia ideologica di stampo comunista contro la libera impresa, a cui vuole aumentare i canoni di concessione, fa capire bene che l’acqua imbottigliata dalle aziende potrebbe non essere sicura per la salute”. In conclusione, il presidente della IV° Commissione consiliare sottolinea che: “Se Dottorini non vuole che le sue parole siano scambiate per una campagna diffamatoria parli in modo più preciso. Se è a conoscenza di qualche violazione lo dica chiaramente, altrimenti taccia per non arrecare altri danni all’Umbria e alle sue imprese che sono ad altissimo livello e competono nel mondo in posizione di leadership”. RED/as
    ACQUE MINERALI: “NEVI SMETTA I PANNI DEL LOBBISTA E PENSI ALL’AMBIENTE E ALLE FAMIGLIE UMBRE” – LA RISPOSTA DI DOTTORINI (VERDI E CIVICI) ALLE CRITICHE DEL CONSIGLIERE DI FORZA ITALIA
    (ACS) Perugia, 21 maggio 2007 – “Invito Nevi a maggiore prudenza e a calibrare l’ardore che lo spinge, ogni qual volta si parli di acque minerali, a vestire i panni del lobbista piuttosto che quelli di chi ha a cuore le sorti dell’ambiente e dell’economia della nostra regione”. Il capogruppo dei Verdi e Civici Oliviero Dottorini affida a una nota la risposta a un intervento del consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi che criticava alcune precedenti affermazioni dell’esponente del ‘Sole che ride’ in merito all’innalzamento dei canoni per le aziende e all’urgenza di una legge di riordino del settore.
    “I dati della relazione sull’utilizzazione delle acque minerali e termali, relativa all’anno 2006, parlano chiari. Le aziende di imbottigliamento – spiega Dottorini – hanno aumentato del 7 per cento i propri prelievi, mentre in tutta la regione si stanno studiando i modi per garantire l’acqua agli utenti che pagano profumatamente per un bene pubblico. La crisi idrica, insomma, c’è, ma solo per i cittadini, non per le aziende che mettono insieme guadagni stratosferici”.
    “Capisco l’irritazione di Nevi – aggiunge Dottorini – capisco pure che sia fastidioso per lui vedere smascherato un sistema vergognoso e iniquo, ma è giusto che tutti conoscano la disparità di trattamento tra normali cittadini e le aziende che usufruiscono di un bene pubblico a prezzi irrisori pretendendo anche, come nel caso di Rocchetta-Idrea e del Rio Fergia, di passare sopra le legittime richieste delle popolazioni locali”. Mentre per le famiglie umbre infatti – evidenzia il presidente della I° Commissione – la bolletta aumenta del 24 per cento in un anno, le aziende private godono di una tariffa agevolata che rimane ferma ormai da anni. Questa situazione non è più sostenibile. I dati presentati recentemente da Cittadinanzattiva a Roma rendono esplicita un’ingiustizia che noi abbiamo più volte denunciato”. Per Dottorini: “Pensare che una famiglia debba pagare l’acqua da bere circa il doppio rispetto a quanto la pagano le aziende che poi la utilizzano per scopi commerciali è a dir poco vergognoso. Occorre dar seguito al più presto a quanto contenuto nel Dap 2007 che prevede l’innalzamento dei canoni, anche per dare al settore regole economiche in grado di ridurre la sperequazione tra gli utili stratosferici delle industrie e gli introiti concessionari della Regione. L’acqua è un bene comune ed esauribile, non può essere trattato come una qualunque merce e deve rimanere disponibile innanzitutto per le popolazioni e i cittadini”. Sulle acque imbottigliate – fa notare Dottorini – si fanno affari giganteschi, con campagne pubblicitarie costosissime che inducono i consumatori a rinunciare all’acqua dei rubinetti, notoriamente sottoposta a controlli più severi e frequenti”.
    “Come Verdi e Civici – conclude Dottorini – ribadiamo la necessità che si vada al più presto alla definizione ed approvazione di una legge di riordino del settore che preveda un aumento sostanzioso dei canoni concessionari accompagnato da campagne di sensibilizzazione al risparmio e all’uso corretto e consapevole dell’acqua pubblica”. RED/