L’arresto dei vertici di ACQUALATINA, il gestore misto pubblico- privato del Servizio idrico dell’ATO 4 Lazio (Aprilia e Latina), dimostra come la gestione dei servizi idrici, quando è affidata a soggetti privati e quindi alle leggi di mercato, possa essere oggetto di corruzione e truffa ai danni dei cittadini visto il grande business che ruota intorno alla gestione dell’acqua.
Nel caso specifico le 6 persone arrestate, l’ex Presidente, l’ex e l’attuale amministratore delegato e il vice presidente della società Raimondo Besson nonche consigliere d’amministrazione di Acea , sono stati accusati di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica negli appalti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reati derivanti dalla mancata e irregolarità degli appalti. Tutto ciò sembrerebbe estraneo all’Umbria, in realtà Acea fa parte di Umbria Acque SPA (attraverso CREA) per il 40% circa, dopo l’unica gara di affidamento che si è svolta lo scorso 2007, nonostante fosse presente in Umbria Acque già dalla sua costituzione, e, nonostante la moratoria sull’acqua (cioè il blocco di tutti gli affidamenti in corso), approvato con il decreto fiscale collegato alla Finanziaria 2008, in attesa dell’approvazione della legge d’iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dell’acqua.
Nell’espletamento di questa gara, i soci privati di Umbria Acque spa hanno prima venduto le loro quote private e poi le hanno ricomprate, ma il bello è che al di la delle discutibili procedure, nel caso in cui la legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua venisse approvata, i comuni dell’ATO 1 Umbria dovrebbero ricomprare ad ACEA questo 40% di quote! Tutta questa operazione finanziaria, a quale costo per i cittadini?
Intanto, per il 2008 è stato gia deliberato l’aumento delle tariffe del 5% !
Attualmente ACEA, soc. partecipata per il 51 % dal Comune di Roma, è presente in quattordici diversi ATO attraverso partecipazioni dirette e indirette nei soggetti gestori, distribuiti in prevalenza nell’Italia centrale; quotata in borsa, è il primo operatore nazionale nel mercato dei servizi idrici ; è partecipata per l’ 8,5 % di capitale dalla SUEZ Environnement, la seconda grande multinazionale dell’acqua, francese che ha deciso di entrare in ACEA proprio per la sua “aggressività” nella penetrazione nel mercato del servizio idrico in Italia.
Il 22 novembre del 2007, per violazione dell’articolo 81 del trattato dell’Unione Europea, una sentenza dell’antitrust ha condannato ACEA al pagamento di una multa di 8 milioni e 300 mila euro e SUEZ Environnement a 3 milioni di euro in merito alla partecipazione al bando di concorso vinto per la gestione dell’ATO 3 in Toscana.
Ecco un brano della carta dei valori sottoscritta da ACEA: “la missione di ACEA è dedicata all’erogazione di servizi di utilità secondo i parametri di equità e trasparenza nei rapporti con la clientela” mentre in realtà prende accordi sottobanco con la multinazionale francese per dividere con lei i profitti della gestione dei servizi idrici.
Una gestione privatistica del servizio idrico come la sta applicando l’ATO 1 Umbria, cioè attraverso la Spa pubblico-privata è rivolta esclusivamente ad ottenere redditività economica e remunerazione dei capitali investiti, mentre un bene indispensabile alla sopravvivenza come l’acqua deve essere gestito in maniera tale da garantirne a tutti il diritto, come previsto nella legge di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dell’acqua sottoscritta da oltre 406.000 cittadini di cui 5.300 in Umbria.
Fuori le multinazionali dall’acqua!
Il Comitato Umbro Acqua Pubblica