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A PERUGIA L’ACQUA E’ VENDUTA!

Ieri pomeriggio si è svolto il Consiglio Comunale per deliberare la proposta 
d’iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua con un aula
stracolma di cittadini, rimasti composti e pazienti ad assistere alla
discussione  fino a tardissima ora (qualcuno è dovuto scappare via perché
chiudeva il minimetrò, tanto per citare anche l’efficienza del servizio dei
trasporti in Umbria).

La proposta dei cittadini prevedeva di inserire sullo statuto comunale 4
punti:

1) riconoscere il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come
diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua
come bene comune pubblico;
2) confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio
idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non
estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da
utilizzare fuori  dalle leggi di  mercato e secondo criteri di solidarietà;
3) riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio
pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico
essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a
tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del
d. lgs n. 267/2000;
4)garantire il diritto umano all’acqua attraverso l’erogazione in forma
gratuita del quantitativo minimo vitale  pari  a 50 litri di acqua per persona
per l’alimentazione e l’igiene umana al giorno.
E’ stato detto ai cittadini che questi punti erano  improponibili, illegali,
che non spettava  al Consiglio Comunale  decidere se un servizio è privo di
rilevanza economica, nonostante sia stato loro dimostrato il contrario, con l’
esempio dei 150 comuni italiani che hanno modificato lo statuto comunale in tal
senso e i pareri di esperti, sentenze della Corte dei Conti, parere del CNEL e
Consiglio di Stato!
In conclusione,  bocciata con 7 voti a favore, 12 contrari e 14 astenuti!
La  risposta ai cittadini è stato di deliberare questi quattro punti:

1) riconosce nello Statuto Comunale un generico diritto umano all´acqua;
2) la validità del comma 1 dell´art.23 della l. 133 (in linea con il governo
Berlusconi!) che riconosce “la proprietà pubblica” MA NON LA GESTIONE,
confermando che questa debba essere fatta con sistema delle S.P.A. del
profitto;
3)  di farsi promotore presso tutte “le sedi istituzionali” che escludano il
servizio idrico dai servizi di rilevanza economica, ESCLUDENDO LA PRIMA SEDE
ISTITUZIONALE CUI COMPETE QUESTO,  CIOÈ PROPRIO IL COMUNE!
4) di indicare alla Regione dell’Umbria di fare ricorso contro l’art. 15 del
Decreto Ronchi, OGGI,  CHE I TERMINI PER IL RICORSO SONO SCADUTI!

Con questa delibera, senza concedere ulteriori possibilità di discussione, il
Consiglio Comunale di Perugia ha liquidato la democrazia e la  volontà popolare
di questa città, confermando la privatizzazione del servizio idrico e la
mercificazione di un diritto umano fondamentale.
L’acqua è un bene prezioso e Umbra Acque SPA ne saprà trarre il giusto
profitto, dalle tariffe dei degli utenti e dai finanziamenti pubblici, nell’
interesse della multinazionale SUEZZ e di  Caltagirone!

Posted in MODIFICHE DEGLI STATUTI COMUNALI IN UMBRIA.