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I SINDACI DEVONO DECIDERE CON CHI SCHIERARSI

Da Casa Rossa – Spoleto
Proprio perché si riconosce che le tariffe applicate dall’ATI 3 sono le meno onerose ( non per questo non pesano troppo sulle tasche della popolazione meno abbiente,
i dati di questo mese ci dicono che una famiglia su 3 non può andare incontro a spese straordinarie, che è aumentato di molto il numero delle famiglie che non possono più scaldare casa come sarebbe necessario, e il numero di quelle che non possono più far fronte alle spese per le bollette) si deve fare Resistenza affinché la situazioni non peggiori.
Se, come scrivono i Sindaci, l’aumento del 5% è stato concordato con le Associazioni dei Consumatori non cambia le cose in nulla, anzi aggrava le responsabilità, allargandola anche ad altri.

Innanzitutto è falso che sia stato approvato solo l’aumento del 5 %, perché la votazione è stata fatta su questa precisa richiesta, aumento del 5% (per interventi strutturali già individuati dal 2008) più inflazione che è stato detto essere l’1%. Voti favorevoli, tutti meno due astenuti. Quindi con certezza è stato approvato un aumento del 6 % annuo, che su tre anni fa 18 %. A questo punto sorge un dubbio e in conseguenza una domanda. Domandiamo, quando ci si è riferiti all’inflazione pari all’1% ci si è riferiti ad un parametro standard e questo si è votato, o invece si è votato un aumento pari all’inflazione, genericamente indicato nell’ordine di grandezza dell’1%. Perché (il chiarimento lo devono dare i Sindaci) se fosse stato votato un 5% più l’inflazione, essendo l’inflazione annua, dato ultimo utile all’oggi, novembre 2010, è pari all’1,7%, già saremmo al 20,1 % in tre anni ( ipotizzando che questo tasso rimanga stabile, mentre sappiamo che la tendenza ultima è verso una leggera crescita).

Ed eccoci al famoso aumento del 10 % circa ( si è anche detto potrebbe essere necessario un 3, 4 % l’anno per i prossimi tre anni) per lavori urgenti richiesti da molti comuni e riguardanti la rete idrica e l’impianto di fognatura, che dovranno essere decisi definitivamente nella prossima riunione dei Sindaci in questo Gennaio 2011 (da quello che è stato detto il 29 dicembre). Qui le cose sono semplici, o si depennano tutti i lavori e torniamo al 18/20 % o si depennano alcuni e rimaniamo in qualche percentuale compresa tra la forbice indicata di fatto 18/33 %, o rimangono tutti e allora il calcolo fatto, darebbe la percentuale ipotizzata da Benedetti, che porterebbe al 30/33 %.

Siccome stiamo dalla parte della popolazione povera e debole, che non è solo quella configurata dai parametri ISEE, mettiamo in evidenza tre questioni.

La prima è che il tasso di inflazione è pari all’1,7 % che in tra anni farebbe 5,1 %. Ad oggi la certezza è che il 29 i Sindaci dell’ATI 3 hanno votato un aumento pari ad oltre 3 volte e mezza l’inflazione. Se si producesse la sciagurata ipotesi massima ad oltre sei volte l’inflazione.

Secondo, quelli che devono pagare e stanno a salario fisso, quando hanno ancora un lavoro, hanno lo stipendio bloccato dal governo per tre anni, come i dipendenti pubblici e della stessa VUS. Quindi nessun aumento di stipendio per tre anni a fronte di un aumento dell’acqua in tre anni che sarà sicuramente del 18 % ma può arrivare anche al 33 %, lo sapremo tra poco.

Terzo, il sistema dei lavori, appalti e subappalti, a detta degli stessi Sindaci fa acqua da tutte le parti. Basti un esempio raccontato da uno dei Sindaci: “ci siamo comprati anche i tubi, poi però la Ditta ci ha sparato una cifra folle 180.000 euro per un lavoretto, abbiamo dovuto lasciar perdere”.

Allora in conclusione, non ce l’abbiamo con i Sindaci a priori e sappiamo che le tariffe con il servizio ancora gestito dal pubblico sono le “migliori sul mercato” umbro, anche se, crediamo, compito dei Sindaci non sia solo quello di fare i ragionieri delle cose inique. Per questo chiediamo loro di schierarsi con le popolazioni, bloccare gli aumenti, rivedere il sistema degli appalti, i costi esorbitanti, farsi parte attiva della difesa delle condizioni di vita delle masse popolari. Se così non sarà vorrà dire che hanno scelto l’altro fronte.

Associazione Culturale CASA ROSSA

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