ESSERE FUORI LEGGE RISPETTANDO LA LEGGE!
QUESTO È IL DILEMMA?
Questo è il dilemma che propone Umbra Acque SPA nella lettera di risposta ai cittadini che hanno ridotto la bolletta dell’acqua contenente ancora la remunerazione del capitale investito, abrogato con i referendum del 12 e 13 giugno scorso: rispettare la legge come dichiara Umbra Acque SPA legittimata ad applicare la tariffa approvata dall’ATI e dal D.M. 1-8-96 sul vecchio ”Metodo Normalizzato”.
Oppure come fanno i cittadini, rispettare la legge Costituzionale, che con la sentenza n. 26/2011, dichiarando l’ammissibilità del referendum, ha precisato che “la normativa residua è immediatamente applicabile” e “non presenta elementi di contraddittorietà” e con il D.P.R. n.116, del 18.07.2011, pubblicato in G. U n.167, del 20.07.2011, abroga il cosiddetto 7% (che poi corrisponde al 15,82% sulla tariffa 2012) a decorrere dal giorno successivo a quello della pubblicazione del Decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana;
Quale di queste leggi va rispettata?
Si rimanda alla Giustizia quello che la politica deve decidere, cioè il rispetto della volontà popolare che circa un anno fa si è espressa chiaramente per l’acqua diritto umano fondamentale, contro la sua privatizzazione e per una gestione pubblica e partecipata fuori dalle regole di mercato.
In realtà, nessuno vuole dare seguito al Referendum!
Non lo fanno gli ATI (Assemblee dei Sindaci) che per primi dovrebbero dichiarare il servizio idrico privo di rilevanza economica e di interesse generale, tornare ad una gestione pubblica e partecipata e stabilire la tariffa senza la remunerazione del capitale investito.
Non lo fa la Regione che nonostante la mozione Consiliare del marzo scorso e la lettera dell’Assessore Rometti non ha dato nessuna regolamentazione agli ATI in merito alle tariffe.
Non lo fa questo Governo che ha delegato il problema all’Autority di vigilanza, di per se un organo di regolazione del mercato; infatti come si legge nel suo sito deve ”promuovere la concorrenza dei servizi” e come dichiara, non è competente a stabilire le tariffe con il sistema della fiscalità generale, ma può solo seguire logiche di efficienza ed efficacia (leggasi mercato). Proprio in base a questa logica stà preparando una tariffa contenente gli ”oneri finanziari” cioè costi di capitale e ”rendimento del capitale netto” , un’altra definizione di quello che realmente è: il profitto dei privati nella gestione del servizio idrico.
Non lo fa il Presidente della Repubblica che in qualità di garante della Costituzione dovrebbe esprimersi indicando al Governo e al Parlamento di legiferare e regolamentare per il rispetto dell’esito referendario.
Ma i cittadini sono consapevoli di ciò, la battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua ricomincia da qui!
Continueremo ad ”obbedire civilmente” e con determinazione alla legge, riducendo la bolletta del profitto dei privati.
Inoltre, vista la politica privatizzatrice in atto anche da questo Governo, in segno di protesta per la mancata attuazione del referendum, restituiremo al Presidente della Repubblica le tessere elettorali. Il voto dei cittadini in questo paese non vale nulla e se la democrazia è il fondamento di questo Stato, i fatti ci stanno dimostrando ampiamente che chi governa oggi le nostre vite è il ”mercato” e le sue logiche di sfruttamento e di negazione dei diritti!