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La bolletta dell’acqua è sempre più cara!

fontanella Oggi paghiamo le “partite pregresse”, domani il “deposito cauzionale”, da sempre il profitto e tra un anno che s’inventeranno?

Dal nome “partite pregresse” sembrerebbe un vecchio conto non saldato per il periodo 2003 al 2011. Parliamo di oltre 5,2 milioni di € di conguagli, inseriti in 6 rate a partire dalle bollette di agosto di Umbra Acque spa, che incidono circa dal 5 al 7% della fattura, a seconda dei consumi, metodo che continua a colpire, tra l’altro, in particolare le famiglie numerose.

Eppure i costi del SII sostenuti 2003-2011, rendicontati dal gestore, sono inferiori a quelli pianificati (dati relazione all. b – delibera ATI2 9/2015 e ATI1 6/2015) tali da rappresentare un ricavo piuttosto che una perdita.

C’è una differenza di oltre € 15,4 milioni tra i costi previsti e quelli sostenuti dovuta soprattutto ad investimenti non realizzati (oltre 11 milioni di €), ma che sono comunque stati pagati con le tariffe di questi anni, compresa una quota di profitto (Remunerazione del Capitale Investito) di oltre 28 milioni di €.

Nonostante ciò l’Assemblea dei Sindaci dell’ATI 1 e 2 ha deliberato di riconoscere al gestore € 5,2 milioni di € di conguagli, comprensivi di un ulteriore aggravio, dettato dagli indici previsti dal nuovo metodo tariffario AEEGSI, generando profitti sui profitti.

Ma le storture della privatizzazione (ricordiamo sostenuta trasversalmente da tutte le forze politiche che ci amministrano attualmente) non finiscono qui, infatti:

1) Umbra Acque SPA non paga ai comuni i canoni di concessione (come dichiarato da alcuni consiglieri comunali) per coprire i mutui a suo tempo assunti per realizzare quegli investimenti che oggi essa stessa utilizza per ricavare utili, mutui che restano quindi a carico dei comuni, quindi delle tasse dei cittadini.

2) Nei primi anni di gestione erano già previste delle perdite (fino al 2008 punto di break even come da delibera) ed era anche previsto il loro recupero sulle tariffe degli anni successivi (quante volte le paghiamo queste presunte perdite?).

3) Secondo il sistema tariffario previsto anche dalla convenzione di affidamento (art. 20), l’Assemblea dei Sindaci avrebbe dovuto verificare, ogni 3 anni, la corrispondenza delle tariffe alla gestione compiuta. Al contrario L’ATI stessa afferma che, anche a causa di una “scarsa propensione” alla trasparenza/inadempienza del gestore, ha prodotto solo 2 periodi di revisione (2003-2007 e 2008-2010), concluse nel 2012/13 con il conguaglio da loro calcolato come sopra mentre dai nostri calcoli i conguagli erano a favore degli utenti.

4) Gli investimenti sono stati realizzati in ritardo e in maniera difforme da quanto previsto nel piano d’ambito, una parte di questi non erano rispondenti all’interesse pubblico, un’altra parte sono risultati non congrui nei costi di realizzazione e/o affidati “in carenza di procedure di evidenza pubblica”.

5) Sui canoni di depurazione i gestori hanno continuato a incamerare milioni di Euro non dovuti per servizi non resi, in ciò aiutati dal Decreto Ministeriale 30/9/2009, che non impone un rimborso automatico agli aventi diritto, ma solo dietro richiesta. Migliaia di utenti oggi sono ancora inconsapevoli di avere diritto al rimborso, fino a 10 anni di canoni di depurazione pagati.

6) Il prossimo aumento in bolletta, già annunciato da Umbra Acque spa, sarà l’adeguamento del deposito cauzionale corrispondente a circa 3 bollette che sicuramente comporterà un ulteriore esborso di soldi da parte degli utenti specialmente per le famiglie numerose.

Il referendum del 2011 avrebbe dovuto eliminare il profitto dall’acqua, al contrario oggi ci troviamo di fronte ad una moltiplicazione di costi e di profitti su un bene indispensabile alla vita.

Per difendere l’acqua e riprenderci il diritto di decidere, abbiamo già promosso “l’obbedienza civile” con l’autoriduzione delle bollette e un ricorso al TAR Umbria contro l’applicazione del metodo tariffario AEEGSI, che ancora non è stato discusso.

Oggi, visto il silenzio e la connivenza della politica, per fermare la speculazione sull’acqua e l’ulteriore prelievo relativo alle partite pregresse, possiamo solo far valere le nostre ragioni con un ricorso al TAR Umbria finanziato con il piccolo contributo di tutti!

Posted in GENERAL, INIZIATIVE, obbedienza civile.