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Il grido di aiuto dei fiumi, soffocati e trasformati in canali di scolo

di

Belén García Martínez

Profesora Contratada Doctora, Área de Geografía Física, Dpto. Geografía Física y Análisis Geográfico Regional, Universidad de Sevilla

https://theconversation.com/el-grito-de-socorro-de-los-rios-asfixiados-y-convertidos-en-canales-de-desague-155785

Nella Giornata internazionale di azione per i fiumi, celebrata ogni 14 marzo, guardiamo questi sistemi naturali che sono stati, sono e saranno così importanti per lo sviluppo ambientale, sociale, culturale ed economico dell’umanità. È necessario mostrare quanto sia instabile il rapporto uomo-fiume oggi, in un contesto di cambiamento climatico in cui una forte antropizzazione li sta privando della loro identità, dinamismo e territorio. I fiumi sono sistemi naturali dinamici, complessi, estremamente sensibili a qualsiasi tipo di cambiamento, sia esso climatico, idrologico o antropico. Questi presuppongono una rottura dell’equilibrio tra il flusso e il carico trasportato. Qualsiasi azione intrapresa nel fiume o nel suo bacino si manifesterà sia nel canale che nella sua pianura alluvionale. Le principali attività umane che interessano i sistemi fluviali includono quanto segue:Cambiamenti nell’uso del suolo.Rimozione vegetazione argine fluviale.Lavori di difesa contro viali, dragaggi e condotte.L’estrazione di aggregati.Agricoltura e piantagioni di pioppi.Pascolo.La regolazione dei flussi.Inquinamento dell’acqua.L’astrazione-incorporazione dei flussi.Lo sfruttamento delle specie autoctone.L’introduzione di specie esotiche.La navigazione.

Le conseguenze per i fiumi

Per introdurre il lettore a questo argomento, vorrei sottolineare alcune delle implicazioni che alcune azioni comportano, come la costruzione abusiva di bacini artificiali, che ne alterano il regime naturale. Nei fiumi del bacino del Guadalquivir abbiamo registrato una generica riduzione del volume del flusso circolante attraverso il canale, un’inversione di regime o anche una maggiore irregolarità idrologica. Il numero di mesi in cui il fiume non ha praticamente flusso a causa della ritenzione del flusso nelle dighe è aumentato. Il suddetto fenomeno, insieme alla ritenzione di sedimenti nei serbatoi, porta al restringimento e all’incisione dei canali. Perdendo progressivamente la connessione con le loro pianure alluvionali. Questa tendenza al collasso è anche un grave problema per le opere infrastrutturali, come i ponti o le autostrade vicine, a causa del degrado.
Un esempio è il ponte Tomás de Ibarra sul fiume Rivera de Huelva, a Guillena (Siviglia). La forte incisione nel fiume che genera l’instabilità del ponte sarebbe associata all’irregolarità del regime, alla generazione di rapide onde di piena e all’effetto delle acque pulite.

Cambiamenti nella vegetazione

Il regime di scorrimento ed i suoi effetti sui canali fluviali garantisce la composizione e la distribuzione della sponda vegetativa, nonché della sua struttura e abbondanza. I cambiamenti descritti sarebbero responsabili della migrazione della vegetazione al fondo del mare per soddisfare il suo fabbisogno idrico e, in parte, della perdita della biodiversità naturale e dell’integrità di questi ecosistemi. Ma non è l’unica causa. Assistiamo ripetutamente all’intenso degrado di questi spazi. In molti casi le specie endemiche vengono sostituite da specie estranee, come l’eucalipto. In altri casi, scompaiono nella loro interezza per lasciare il posto alle piccole e medie aziende agricole. Queste azioni non solo prescindono da quanto stabilito dalla Legge sull’Acqua e dall’obbligo di tutela del Dominio Idraulico Pubblico, ma riducono anche il lavoro di laminazione delle onde di piena in pianura, la capacità di ritenzione dei sedimenti e la fissazione dei margini.

Il pericolo di inondazioni non può essere eliminato in una popolazione completamente stabilita nelle pianure alluvionali. È il paradosso della tecnologia contemporanea. Sebbene gli invasi possano evitare alluvioni periodiche di minore importanza (ordinarie), rappresentano un rischio aggiuntivo quando l’effetto laminazione è superato dalla persistenza del fenomeno, e le dighe devono scaricare l’acqua in caso di pericolo di guasto. Un effetto indesiderato ancora più pericoloso si origina in quelle pianure che sono state private dei loro boschi ripariali e gli elementi morfologici (canali abbandonati) con la capacità di evacuare e reindirizzare il flusso alluvionale sono stati smantellati o ostacolati. Un buon esempio si trova nel doppio meandro abbandonato della Cantillana. Scollegato dal Guadalquivir dopo il suo accorciamento e la costruzione della diga di Cantillana, continua a recuperare la sua funzionalità in alluvioni straordinarie e generando numerosi disastri in pianura.

Una società staccata dai fiumi Da società adattata all’ambiente, in cui i fiumi erano spazi di incontro, svago, spina dorsale della società e della cultura, siamo passati ad invadere lo spazio del fiume, con un unico obiettivo: valorizzare al meglio la risorsa senza tenere conto della qualità del sistema che lo genera. In questo processo, il fiume è stato spogliato della sua categoria di fiume, in molti casi per concedergli quella di canale di scolo e talvolta vincolarlo al semplice canale. Tuttavia questa società è la stessa che vive con le spalle ai fiumi e che continua a chiedere loro sicurezza. La denaturazione e lo scarso monitoraggio di queste aree di grande pregio naturalistico, talvolta con soddisfazione dell’Amministrazione, non aiuta l’implementazione della Direttiva Quadro Acque volta a prevenire il degrado, migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e favorire l’uso sostenibile dell’acqua.




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