Skip to content


La volontà espressa dal popolo attraverso il referendum deve essere rispettata: FUORI LE SPA DAI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI! NO AL PROFITTO SULL’ACQUA!

Via del lavoro 29

Sede del Comitato Referendario ACQUA 2 SI

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza n. 199/2012 depositata il 20 luglio, a seguito di vari ricorsi presentati da alcune regioni,  promossi dai giuristi Alberto Lucarelli e Ugo Mattei,  tra gli estensori dei quesiti referendari, attraverso le pagine del “Manifesto”. La sentenza dichiara l’illegittimità costituzionale dell’intera disciplina dei servizi pubblici locali introdotta dopo il referendum del 13 giugno 2011 dai governi che da un anno a questa parte hanno obbedito al diktat della BCE e FMI.

Una sentenza che conferma in pieno quanto il Comitato Umbro Acqua Pubblica stà mettendo in pratica nella regione, così come tanti altri comitati di cittadini in Italia, con la campagna “ Il mio voto non conta?e io ti restituisco la tessera elettorale” che prevede la restituzione delle tessere elettorali al Presidente della Repubblica Napolitano, e, con la campagna di “obbedienza civile”, cioè con l’autoriduzione della bolletta del profitto dei privati che per l’ATI 1 e 2 dell’Umbria, nel 2012, corrisponde al 15,82%. Sempre di più sono gli utenti in Umbria che aderiscono alla campagna, nonostante gli ATI abbiano fin’ora ignorato i risultati referendari, approvando delibere contenenti la remunerazione del capitale investito (come l’ATI 1 e 2), o mascherando tale componente in tariffa (ati 4), mentre per l’ATI 3 non si hanno i dati, visto che non viene pubblicata la composizione tariffaria ma solo l’estratto.

Intanto la cattiva gestione delle SPA è sotto gli occhi di tutti: Umbra Acque SPA ammette il mancato rispetto del piano d’ambito, ma già nella revisione triennale del piano d’ambito 2009-2011 (pag. 58) ha ottenuto un finanziamento per un costo complessivo di circa 30 milioni di € per ripianare le perdite, facendolo gravare sulle tariffe per i prossimi 20 anni, tra i costi operativi, contro la normativa tariffaria.

Anche il SII scpa fa pagare agli utenti dei comuni della provincia di Terni, oltre al 7%, il mutuo di circa 17 milioni di € per ripianare le perdite. Su di esso esiste un contenzioso e si attende l’esito della sentenza del consiglio di stato.

Nonostante ciò le politiche della regione continuano ad ignorare i risultati referendari. Si progetta l’ATI unico ma non si programma l’uscita dei privati ACEA (Suez Caltagirone) presenti in Umbra Acque SPA; il colosso inglese Severn Trent Water e la Omnia srl presenti nel SII Terni scpa.

Tutto fermo invece per l’ATI 3 Foligno che potrebbe andare ad una gestione pubblica e partecipa subito, visto che non sono presenti privati.

Ma la volontà popolare non può essere ignorata! Anche questa regione dovrà iniziare a fare i conti con la sentenza della Corte Costituzionale, che ad un anno dai referendum ci rinnova la vittoria!

 

Posted in COMITATO REFERENDARIO UMBRO.