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Lettera aperta ai sindaci degli ATI 1 e 2 dell’Umbria in previsione dell’assemblea del 30 aprile sull’approvazione del nuovo metodo tariffario dell’AEEG

Ai Sindaci dell’Assemblea Unificata degli ATI 1 e 2 dell’Umbria

 

 

Il Comitato Umbro Acqua Pubblica dice NO al nuovo metodo tariffario imposto dall’autorità di vigilanza (AEEG) per i anni 2012 e 2013, che ignora completamente i risultati referendari riproponendo il profitto garantito per i gestori (famoso 7% degli investimenti) già abrogato, con il nome di “oneri finanziari”.

 

Infatti contro la delibera dell’Autority oltre al ricorso al TAR Lombardia fatta dal Forum Italiano Nazionale dell’Acqua, è stato depositato anche il ricorso del comune di Aprilia, in cui agisce dal 2005 il locale Comitato Cittadino per l’acqua Pubblica e da altri 15 soggetti.

 

Il Nuovo Metodo Tariffario, deliberato a dicembre 2012, intende ripristinare la famosa “Remunerazione del Capitale Investito” ossia il profitto garantito nella gestione dell’acqua, mascherato da ”oneri finanziari” calpestando la volontà di 28 milioni di italiani espressa nel referendum del 12 e 13 giugno 2011

 

 

Questi ultimi, non determineranno alcun cambiamento con la tariffa precedente al referendum, non avendo nulla a che vedere con gli interessi passivi necessari agli investimenti (presenti nei bilanci e non avendo nulla a che fare con ”la copertura dei costi” di gestione. Infatti sono rappresentati da indici di redditività, indici di copertura di rischio d’impresa e altri parametri quantificati in circa 6,4 % degli investimenti, con l’intenzione di chiudere la partita referendum con il rimborso ai cittadini di pochi spiccioli, cioè la differenza dello 0,6%, mentre l’incidenza sulle tariffe del 7% abrogato è molto più elevata e corrisponde al 15,82% nelle tariffe 2012!

 

Intanto la cattiva gestione delle SPA è sotto gli occhi di tutti: Umbra Acque SPA ammette il mancato rispetto del piano d’ambito. Crollo degli investimenti; costi operativi più alti quasi del 30% rispetto al piano d’ambito; denunce, anche penali, per mancanza di regolarità dei depuratori, indebitamenti e ”disavanzi complessivi” , tutto al di là delle previsioni del piano d’ambito. In realtà la società accumula utili da distribuire- circa 1,8 milioni nel 2009 e più di 2 milioni nel 2010. Nonostante ciò se verrà ridotta la tariffa, minaccia ”decisioni drastiche” quali blocco totale degli investimenti e riduzioni di personale, aumentando così l’inefficienza della gestione del servizio, ma aumentando anche gli utili da distribuire ai soci, di cui il 40% ad ACEA.

 

Ma invece che un procedimento per inadempimento contrattuale ha ottenuto nella revisione triennale del piano d’ambito 2009-2011 (pag. 58) un finanziamento per un costo complessivo di circa 30 milioni di € per ripianare le perdite, facendolo gravare sulle tariffe per i prossimi 20 anni, tra i costi operativi, contro la normativa tariffaria.

 

Adifesa dell’esito referendario, anche in Umbria da tempo è iniziata la campagna di “obbedienza civile” che consiste nell’autoriduzione delle bollette e che continuerà fino alla completa applicazione degli esiti referendari.

 

I cittadini dei vostri comuni sono stanchi di continuare a pagare per finanziare i profitti dei privati di Umbra Acque e vedere sotto gli occhi le nefandezze di circa 10 anni di privatizzazione: oltre il 45% di perdite, blocco degli investimenti con conseguenze inevitabili sull’ambiente e sulla qualità dell’acqua (vedi la mancanza di depuratori).

 

VOI! SINDACI!

 

NON POTETE CONTINUARE AD ESSERE COMPLICI

 

DI QUESTO FURTO DI DEMOCRAZIA

 

LEGALIZZANDO DI FATTO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA

 

 

Farebbe bene questa assemblea, invece di approvare questo nuovo metodo tariffario transitorio imposto dall’AEEG, a prendere in considerazione gli interessi dei cittadini ed a iniziare a pensare ad un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico, cominciando dall’apertura di un tavolo partecipativo.

 

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