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Audizione in Regione per Regolamento tutela Risorse Idriche

Il regolamento
Il tema della conservazione delle risorse idriche è fondamentale nel nostro percorso soprattutto in un’ottica di responsabilità verso le generazioni future, inoltre l’acqua e la conservazione del suo ciclo naturale contribuiscono a mitigare il riscaldamento del pianeta e i cambiamenti climatici ed è per questo che noi cittadini e associazioni del Comitato Umbro Acqua Pubblica ci stiamo impegnando affinche l’acqua torni ad essere trattata come un bene comune, diritto umano fondamentale e non come una merce per profitti commerciali.

Partendo da questi principi vogliamo porre all’attenzione di questa commissione su alcuni dati che riguardano la nostra regione:
1.l’Umbria si trova tra le regioni con le più alte perdite della rete idrica, come esposto nel Rapporto CONVIRI 2010 al Parlamento

ATO Volume immesso nella rete idr. in mc.Volume fatturato in mc.perc. % di non fatturato immesso rete idrica
Perugia – 58.804.587 – 30917019 – 47,00%
Terni – 22.572.578 – 15.847.243 – 30,00%
Foligno – 14.710.119 – 1073.52.00 – 25,00%
Totale volume di acqua erogato per uso idrico 41.980.791 di mc.

2.La ”Relazione sull’utilizzazione delle acque minerali e termali consuntivi e dati statistici del 2009” presentata dalla Giunta Regionale con delibera 2027 del 31.12.2010 riporta un totale di litri imbottigliati nel 2009 di 1.250.371.926 con una tendenza in aumento del +2%, se si considera poi quella per il lavaggio delle bottiglie, la quantità di acqua prelevata per l’imbottigliamento sale a 1.410.587.883 di litri, da notare che i dati sono forniti direttamente dalle aziende imbottigliatrici, 10 aziende distribuite sul territorio regionale con un totale di 384 dipendenti (2008), e che i prelievi avvengono per ”emungimento”, un sistema che altera il ciclo naturale della ricostituzione delle falde e può provocare gravi danni ambientali per effetto delle modifiche dell’equilibrio chimico.
I prelievi autorizzati da corpi idrici sotterranei pari a 7.143 I/sec1, derivano dalla Relazione sullo stato dell’Ambiente in Umbria del 2004, cioè basata su dati vecchi di 7 anni.
Da ricordare che nell’estate di due anni fa nei comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, le città che storicamente sono tra quelle più ricche di risorsa idrica, si sono verificati casi di mancanza di acqua per le utenze, tanto che è stato necessario rifornirle con le autobotti.

3.Dal piano di tutela delle acque approvato lo scorso anno risultava che solo il 50% delle utenze allacciate a rete fognaria sono connesse ad impianti di depurazione, lo stesso piano prevedeva deroghe sulla normativa degli allevamenti riguardante l’impatto ambientale proprio per i comuni con allevamenti con più alta densità di numero di capi.

Alla luce di queste brevi e semplici premesse esprimiamo il nostro parere relativamente ai punti del regolamento:

a.Prima di prendere in considerazione il bilancio idrico annuale di ambito, così come inteso dalla proposta di regolamento, è necessario tenere conto della effettiva disponibilità attuale della risorsa e le necessità della popolazione. Vista la rapidità dei cambiamenti climatici è necessario tenere aggiornati i dati sullo stato e la portata delle risorse che negli ultimi anni hanno subito gravi riduzioni e danni da inquinamento. Quali sono oggi le reali condizioni del patrimonio idrico di questa regione?

b.prima di ogni altra nuova captazione, ne va valutata l’opportunità in rapporto al fabbisogno e alle perdite che in quel ipotetico territorio la rete idrica subisce.

c.L’istallazione di misuratori della quantità di acqua prelevata dall’ambiente è importante ai fini del calcolo delle perdite della condotta idrica, anche se ne conosciamo già la gravità, che arriva al 47% per l’ATI 1e 2, ben oltre la media nazionale. L’efficienza del bilancio idrico degli ATI si raggiunge con investimenti finalizzati alla riparazione delle perdite, investimenti che il sistema di gestione privata del Servizio Idrico Integrato attraverso Società per Azioni, non è stato in grado di far fronte, nonostante i piani d’ambito e gli aumenti tariffari programmati e regolarmente eseguiti.

d.Le misure individuate per il risparmio idrico per le utenze sia esse private che pubbliche, nonchè l’apposizione di misuratori per le fontanelle non sono una novità per cittadini e per responsabili di immobili pubblici, anche perchè si trovano a fronteggiare bollette salatissime!

e.Il problema dell’uso improprio della risorsa idrica deve essere affrontato in maniera più approfondita, iniziando a pensare a progetti di costruzione di reti per l’erogazione di acqua non potabile per gli usi che lo consentono, ma la risposta a questo non si può dare con una gestione privata che deve perseguire obiettivi di profitto. Riteniamo che ” Le misure per il risparmio idrico negli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica e di nuova edificazione volte a realizzare reti duali di adduzione al fine dell’utilizzo di acque meno pregiate per usi  compatibili” debbano essere al più presto recepite dai regolamenti edilizi dei Comuni e conseguentemente attuate.

f.Premiare gli utenti con uno sconto solo per la prima fascia di consumo non è una soluzione equa ma può risultare discriminante e peggiorativa per le famiglie numerose o per particolari situazioni di disagio che possono rientrare nelle fasce di consumo superiori per necessità pur non avendo redditi elevati. Riteniamo che in base al diritto di accesso alle risorse idriche, le tariffe debbano essere stabilite secondo criteri di fiscalità generale, lasciando il minimo vitale stabilito dall’OMS

garantito a tutti i cittadini.

g.Esprimiamo qualche perplessità sulla soddisfazione per l’aumento della produzione di acqua minerale nella nostra regione. Crediamo che il consumo di acqua minerale debba essere disincentivato a favore dell’utilizzo dell’acqua proveniente dagli acquedotti a cominciare dall’istallazione di erogatori di acqua di rubinetto da bere nelle strutture pubbliche (es. ospedali, scuole, ambulatori, uffici pubblici, etc.etc.) in modo da non costringere i cittadini ad acquistare acqua in bottiglia, e che si debba vigilare affinchè gli acquedotti forniscano acqua di qualità.

L’acqua è un bene prezioso, ma non perchè debba dare profitti. Una gestione privata attraverso SPA per fare profitto deve necessariamente intervenire su tre elementi: aumentare le tariffe, diminuire gli investimenti o risparmiare sul personale al lavoro. Questa è l’esperienza di 15 anni di gestione privata del servizio idrico in Italia ed anche in Umbria, dimostrata da dati nazionali che parlano di aumenti spropositati di tariffe, reti colabrodo e diminuzione degli investimenti rispetto alle precedenti gestioni pubbliche.

I cittadini, i sindacati e le associazioni che fanno parte del Comitato Umbro Acqua Pubblica nel 2007 hanno raccolto circa 5000 firme per la proposta di legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, promossa dal Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua e nel 2010 hanno raccolto circa 15000 firme per promuovere i referendum contro la privatizzazione del servizio idrico, referendum che proprio recentemente sono stati ammessi dalla Corte Costituzionale e che consentiranno di invertire la rotta affinchè l’acqua torni ad essere diritto di tutti.

Comitato Umbro Acqua Pubblica

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