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Ciao Don Francesco, parroco del Rio Fergia


ciao don Francesco,
molte volte la notte hai suonato le campane per dare l’allarme contro i predatori dell’acqua.
Questa notte hanno suonato per annunciare la tua morte. Ti vogliamo ricordare con la maglietta ” GIU LE MANI DALL’ACQUA ” sempre pronto ha stampare volantini, sempre in prima fila contro i poteri, sempre davanti alla tua gente anche dicendo messa in strada con la neve e la celere schierata.
Sempre convinto che l’acqua è un dono da difendere sempre e a qualunque costo.
Fino all’ultimo minuto,colpito dal male e sofferente ci hai raccomandato di non mollare.
Da tutti coloro che ti hanno conosciuto GRAZIE!

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Privatizzazione della gestione dell’acqua: questo è quanto sta deliberando la Commissione Ambiente della Camera in questi giorni. Ma non è una novità!

immagineiniziativa maggioNon è una novità che il Parlamento o il Governo Italiani ignorino la volontà popolare e la gestione dell’acqua ne è l’emblema.

La legge per la gestione pubblica del servizio idrico infatti, fu proposta su iniziativa popolare nel 2007, con oltre 400.000 firme, ma fù ignorata completamente dal Parlamento di allora e decaduta con la legislatura.

Ma numerosi comitati di cittadini, associazioni e movimenti non si arresero e, nel 2010, raccolsero le firme per proporre i referendum abrogativi, dell’art. 23/bis della legge Ronchi, che spingeva verso la privatizzazione della gestione e, dell’art. 154 per eliminare il profitto garantito sulla gestione.

Anche in questo caso la volontà popolare fu chiara: 27 milioni di Italiani votarono si per l’abrogazione dei due articoli di legge contro la privatizzazione della gestione e contro il profitto sull’acqua ed anche in questo caso fu ignorata dalla successiva legge di stabilità del governo Monti ( di Unità nazionale) che affidò il controllo del servizio idrico all’AEEG (autorità per l’energia elettrica e gas), ente di regolamentazione di mercato e che ha imposto tariffe con profitti garantiti (falsamente chiamati costi) e mantenuto le gestioni private.

Mentre la recente Direttiva Europea 2014/25/UE (punti 7, 8 e 9) sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua ed altri servizi, non “obbliga gli Stati membri ad affidare a terzi o a esternalizzare”, al contrario afferma che la stessa “non dovrebbe neppure trattare la liberalizzazione di servizi di interesse economico generale, riservati a enti pubblici”, e che “lascia impregiudicata la libertà delle autorità nazionali, regionali e locali di definire, in conformità del diritto dell’Unione, i servizi d’interesse economico generale”, il Parlamento italiano (eccetto gli oppositori di minoranza…) vuole chiudere la partita con la gestione dell’acqua con una legge che mantiene la gestione privata del servizio idrico, mentre il Governo, con il decreto di attuazione della Legge Madia del 2015, promuove “la concorrenza, la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione dei servizi pubblici locali di interesse economico generale”.

La legge, oggi in commissione ambiente della Camera, proposta da un gruppo di parlamentari, doveva ricalcare quella d’iniziativa popolare del 2007, ma la stessa Commissione ha approvato un emendamento che elimina i processi di ripubblicizzazione ribaltando completamente il rispetto della volontà popolare espressa in quasi 10 anni di mobilitazioni sia a livello locale che a livello nazionale.

Questa legge, che rappresenta un ulteriore mannaia contro l’espressione democratica dei cittadini, non ci spaventa, e non fermerà i comitati nella difesa dei territori dagli interessi transnazionali e lobby economico-politiche che si sono appropriate di un diritto umano fondamentale come l’accesso all’acqua.

I Comitati Territoriali Contro la Privatizzazione dell’Acqua

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Il Comitato per L’acqua Pubblica di Terni

16.01.16 assalto all'acquabenecomune

a seguito dell’attacco all’acqua pubblica, sempre più privatizzata nonostante i chiari e risultati referendari; sempre più inquinata -come dimostrano gli ultimi preoccupanti dati sulla presenza della trielina e di altri inquinanti-; sempre più sfruttata, dall’ente gestore, il SII, che in provincia di Terni, in totale accordo con la conferenza dei sindaci, aumenta le bollette ed i profitti ed invece di intervenire sugli sprechi chiede di aumentare la captazione dell’acqua dal fiume Nera
Invita giornalisti e organi di informazione ad una CONFERENZA STAMPA alle ore 16 durante l’ incontro pubblico di sabato 16 gennaio ore 16 presso la sala Laura, la Siviera, via Carrara 2, Terni
ASSALTO ALL’ACQUA PUBBLICA privatizzazioni, sfruttamento, esaurimento

Con la nuova captazione dal Nera per l’acquedotto ce la farà il fiume a sopravvivere?
Contaminazioni: quanta trielina ci fanno bere?
Come mai a Terni le bollette dell’acqua sono carissime?
Quanta acqua potabile va sprecata prima che arrivi nelle nostre case?

Aderiscono:
Coordinamento Comitati della Conca
Mountain Wilderness Umbria
WWF Terni
TAM Cai Terni
Resoconto dell’iniziativa:

assaltoallacqua

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IMPORTANTE SENTENZA: IL GIUDICE DI PACE DI PERUGIA RICONOSCE IL RIMBORSO DELLA DEPURAZIONE CON EFFICACIA RETROATTIVA DECENNALE

image.Il Giudice di Pace di Perugia, nella persona della dott.ssa C. Cristiani, ha condannato Umbra Acque S.p.a. a rimborsare la quota di depurazione non dovuta, per chi non era o non è servito da depuratore funzionante, a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale n.335/2008, applicando al rimborso la prescrizione decennale, e condannando altresì il gestore al pagamento delle spese di giudizio.

Con sentenza n.1031, del 14 novembre 2015, il Giudice di Pace ha infatti accolto il ricorso presentato da un utente, con il supporto del Comitato Umbro Acqua Pubblica e con l’assistenza dall’avv. Sandro Ponziani, del foro di Città di Castello, con il quale si chiedeva il riconoscimento del diritto al rimborso degli importi indebitamente corrisposti ad Umbra Acque, non solo dal novembre 2008 in poi, ma anche dal maggio 2003 al novembre 2008.

Infatti all’utenza del ricorrente, pur non essendo servita da alcun impianto di depurazione, Umbra Acque Spa, difesa dall’avv. Carlo Calvieri, aveva sempre addebitato la quota di tariffa riferita alla depurazione, non più dovuta.

L’Ambito Territoriale Integrato n.1 n.2, dell’Umbria, ed Umbra Acque, hanno optato per una interpretazione estremamente restrittiva della sentenza della Corte Costituzionale, lesiva dei diritti degli utenti, volta a rimborsare la depurazione calcolandola soltanto per cinque anni dalla data della domanda di rimborso.

Il Giudice di Pace di Perugia, ha invece accolto quanto sostenuto dall’Avv. S.Ponziani, secondo il quale il rimborso doveva essere calcolato in maniera retroattiva per dieci anni ( e non cinque), a ritroso dalla data della sentenza, quindi dal 2003, inizio della gestione di Umbra Acque e considerato come una somma unitaria, da rimborsare all’utente, con prescrizione pertanto decennale, ai sensi dell’art. 2946 del Codice civile, trattandosi di somme indebitamente percepite da Umbra Acque e quindi soggette al regime di cui all’art. 2033 c.c. (come più volte ribadito anche da numerose Sezioni Regionali della Corte dei Conti).

Ma il Giudice di Pace si è spinto anche oltre, ed ha ritenuto che a seguito della legge n.13/2009, che ha previsto per i gestori l’obbligo del rimborso entro il 30.09.2014, soltanto da tale data siano iniziati a decorrere i termini di prescrizione e quindi l’istanza.

La sentenza assume pertanto una notevole importanza, considerato che Umbra Acque spa dovrà rimborsare al ricorrente – e agli altri utenti non serviti da impianti di depurazione funzionanti, che faranno ricorso – le somme indebitamente corrisposte per la depurazione, fin dall’inizio della gestione di Umbra Acque spa.

Rassegna stampa:articolo tamtam
articolo messaggero

rassegna stampa: articolo tamtam

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Sabato 28 novembre a Napoli per difendere l’acqua pubblica.

Aderiamo la manifestazione del 28/11/2015 e ne condividiamo integralmente i contenuti contro la proposta di legge regionale del governo De Luca e contro gli attacchi perpetrati all’Azienda Speciale della gestione del servizio idrico ABC Napoli provenienti da diversi fronti, sia interni (vedi dimissioni dei CdA) sia esterni come la stessa proposta di legge De Luca tendente ad inglobare insieme i gestori campani annullando così quella che rimane l’unica esperienza italiana ad aver rispettato la volontà popolare espressa con i referendum del 2011!

Siamo vicini ai Comitati Campani per l’Acqua Pubblica convinti che le lotte contro la privatizzazione dell’acqua provenienti dai territori rappresentino un vero modello di democrazia dal basso.

Comitato Umbro Acqua Pubblica

http://acquapubblica-umbria.noblogs.org/

acquapubblicapg@gmail.com

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CAMPAGNA DI AUTOFINANZIAMENTO “LIBERIAMO L’ACQUA DAL PROFITTO”

watermakesmoneyLa privatizzazione dell’acqua è la causa dei rincari in bolletta e di un servizio di qualità sempre più scarso.
Vedi l’articolo di approfondimento
Oggi, visto il silenzio e la connivenza della politica, per fermare la speculazione sull’acqua e l’ulteriore prelievo relativo alle partite pregresse, possiamo solo far valere le nostre ragioni con un ricorso al TAR Umbria finanziato con il piccolo contributo di tutti!

Per questo iniziamo da oggi una campagna di raccolta fondi fino ai primi giorni di novembre. Di seguito i luoghi dove potete trovare il banchetto informativo e di raccolta fondi:
Perugia, giardini Carducci sabato 3 e domenica 4 ottobre
San Marco, Mercatezio, sabato 10 ottobre
Città di Castello, Altrocioccolato, venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 ottobre
Fiera dei Morti 1/5 novembre
Perugia, Via del Lavoro 29 c/o Comitato Umbro Acqua Pubblica, ogni mercoledi pomeriggio dalle ore 17 alle ore 20.

contributi al 14 novembre: € 701,85

scarica il volantino della campagna partite pregresse volantino ridotto
rassegna stampa 4 ottobre

articolo giornale dell'umbria
locanda ricorso TAR

Il Gazzettino Eugubino e dell’Umbria

Posted in INIZIATIVE, MATERIALE.


La bolletta dell’acqua è sempre più cara!

fontanella Oggi paghiamo le “partite pregresse”, domani il “deposito cauzionale”, da sempre il profitto e tra un anno che s’inventeranno?

Dal nome “partite pregresse” sembrerebbe un vecchio conto non saldato per il periodo 2003 al 2011. Parliamo di oltre 5,2 milioni di € di conguagli, inseriti in 6 rate a partire dalle bollette di agosto di Umbra Acque spa, che incidono circa dal 5 al 7% della fattura, a seconda dei consumi, metodo che continua a colpire, tra l’altro, in particolare le famiglie numerose.

Eppure i costi del SII sostenuti 2003-2011, rendicontati dal gestore, sono inferiori a quelli pianificati (dati relazione all. b – delibera ATI2 9/2015 e ATI1 6/2015) tali da rappresentare un ricavo piuttosto che una perdita.

C’è una differenza di oltre € 15,4 milioni tra i costi previsti e quelli sostenuti dovuta soprattutto ad investimenti non realizzati (oltre 11 milioni di €), ma che sono comunque stati pagati con le tariffe di questi anni, compresa una quota di profitto (Remunerazione del Capitale Investito) di oltre 28 milioni di €.

Nonostante ciò l’Assemblea dei Sindaci dell’ATI 1 e 2 ha deliberato di riconoscere al gestore € 5,2 milioni di € di conguagli, comprensivi di un ulteriore aggravio, dettato dagli indici previsti dal nuovo metodo tariffario AEEGSI, generando profitti sui profitti.

Ma le storture della privatizzazione (ricordiamo sostenuta trasversalmente da tutte le forze politiche che ci amministrano attualmente) non finiscono qui, infatti: Continued…

Posted in GENERAL, INIZIATIVE, obbedienza civile.


Un’altro caso di distacco dell’acqua: Umbria acque sempre più arrogante!

resistenza acquaAbbiamo avuto notizia di un nuovo caso di chiusura del contatore ad un utente da parte di Umbra acque spa.
L’utente, considerato moroso, dice di non aver ricevuto nemmeno la raccomandata con l’avviso di distacco e che l’operatore è entrato nel condominio facendosi passare per un tecnico della lettura dei contatori.
L’acqua è un diritto umano fondamentale e ci sono numerose sentenze che in Italia che, riconoscendo l’acqua come un servizio essenziale quale è, dichiarano anche che non può essere staccata, nemmeno per morosità (Esempi: Decreto del Tribunale di Bari – 09/09/2004; Sentenza del Tribunale di Latina 31/10/2006; Ordinanza Tribunale di Enna, Provvedimento del Tribunale di Tempio Pausania, sezione staccata di Olbia, del 06-07-2012) sulla base del principio che “la sospensione della fornitura di un bene primario come l’acqua appare sproporzionato a fronte di un inadempimento pecuniario”, quindi il mancato pagamento della bolletta non è un motivo sufficiente all’interruzione di un servizio pubblico.

Eppure come è possibile esercitare un diritto se è nelle mani del mercato?

L’acqua non ha padroni ne proprietari, ma se qualcuno ha il potere di chiudere o aprire il rubinetto non è padrone solo dell’acqua ma anche della tua vita, e chi ha questo potere, come Umbra Acque spa, lo esercita con arroganza e prepotenza in nome del profitto che deve incassare.

L’utente, naturalmente ha sporto denuncia alla stazione dei Carabinieri di Gubbio.
Nei prossimi giorni seguiranno aggiornamenti.
Fuori i profitti dall’acqua!

Posted in INIZIATIVE.


AEEG – SI: Autorità per la tutela degli interessi privati delle multinazionali dell’acqua!

A distanza di 4 anni dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua, possiamo constatare come la volontà popolare sia stata disattesa e tradita dalla normativa nazionale successiva.
In particolare l’affidamento della regolazione del Servizio Idrico all’Autorità per L’energia Elettrica e Gas, oggi AEEG-SI, non ha fatto altro che riportare l’acqua in un ambiente di libero mercato, tutto il contrario di quanto stabilito dai referendum.
L’AEEG-SI presentandosi come un’autorità di regolazione super parte, in realtà non è altro che espressione degli interessi delle lobby economiche (SUEZ, VEOLIA, Caltagirone che si trovano all’interno dei gestori italiani come ACEA), riconoscendo tutte le loro richieste in merito alle tariffe.
Questo è quanto emerso da un confronto tra comitati a Napoli, il 13 giugno, per l’evento organizzato dal Coordinamento Campano per l’Acqua Pubblica “Acqua: Mezzogiorno Svegliati”. Infatti il metodo tariffario AEEG ha riproposto la RCI abrogata con i referendum, definendola ambiguamente “oneri finanziari e fiscali” e ha previsto l’introduzione in tariffa di componenti come il FONI che non sono a copertura di costi o investimenti che hanno comportato notevoli aumenti tariffari come ad esempio in Umbria e in altre regioni d’Italia.
Per fronteggiare questo i comitati territoriali hanno avviato la campagna di obbedienza civile, che consiste nell’obbedire al referendum facendo un’autoriduzione nell’importo della bolletta dell’acqua.
Al contrario invece, l’Azienda Speciale ABC Napoli, che non è una spa e non c’è la presenza del privato, si è vista rigettare la proposta tariffaria, contenente secondo l’AEEG un aumento troppo consistente causando un ingente danno economico all’azienda speciale che gestisce senza profitto, a vantaggio della GORI SPA, gestore dell’ATO3 campano, che con la riduzione della tariffa risparmierà altrettanti milioni di euro!
Eppure questo metodo tariffario “s’ha da applicare”!?!? ed i Sindaci coraggiosi che non lo fanno, a rispetto del voto di 27 milioni di italiani, ricevono pressioni da tutte le parti.E’ il caso del comune di Saracena che gestisce il servizio idrico direttamente, adottando tariffe che non corrispondono al metodo AEEG. Ebbene per questo atto coraggioso il comune ha ricevuto un richiamo dalla Prefettura per un ipotetico danno erariale nei confronti delle casse del Comune!
Queste situazioni sono un esempio di come siano importanti gli interessi intorno all’acqua ma non serviranno a fermare i comitati mobilitati sui territori a difendere questo diritto essenziale!

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La depurazione e il torrente Faena. Lettera denuncia di un cittadino di Fratta Todina

faenaAlcuni anni fa esattamente a Maggio 2008 inviai una lettera, denunciando lo stato di totale degrado del torrente Faena, (Zona tutelata dai Beni Ambientali ) ridotto ad una fogna a cielo aperto, in quanto il collettore fognario principale del Comune, costruito sulla riva sinistra demaniale del torrente scaricava: (E continua a scaricare) i liquami raccolti ,direttamente nell’alveo del Faena senza nessuna forma di depurazione.
Denunciai anche il fatto che a distanza di 25 metri dal torrente sorge la mia abitazione costruita con tutti i canonici permessi rilasciati dal Comune,dalla Regione, dalla Provincia.
I due cosiddetti primi cittadini di Fratta Todina e Monte Castello Di Vibio si affrettarono a scrivere precisando che le due Amministrazioni comunali sono particolarmente attente a tutte le problematiche connesse al torrente Faena, che possano alterare le sue peculiarità, in particolare quelle derivanti dalla presenza della fognatura pubblica.
Inutile dire che le “attenzioni “ dei due Comuni sono rimaste solo parole, addirittura il Comune di Fratta Todina, inchinandosi completamente alla Soc.Umbra Acque (Che gestisce il collettore),ha espresso parere favorevole alla costruzione di un depuratore a 35 metri dalla mia abitazione, abbracciando in pieno l’escamotage di bassa lega della Umbra Acque, che vorrebbe far passare la costruzione del depuratore per una modifica dell’attualecollettore, cercando quin di di travisare la legge, che prevede una distanza minima dalle abitazioni di cento metri. (Allegato parere del Comune) parere artatamente espresso all’oscuro del diretto interessato al problema.
Tutto questo, a vantaggio economico del gestore, che incurante della sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale continua a far pagare il canone di depurazione, anche se questa operazione non viene eseguita,in quanto il vetusto collettore è stato semplicemente rinominato depuratore, senza che il Comune che costruì il collettore negli anni 70 proferisse parola.
Il Comune ha dimenticato completamente con questo atto, di salvaguardare la salute dei cittadini ed altresì che sono i contribuenti e non Umbra Acque a garantire lo stipendio a tutti i componenti del Comune stesso.
Come se tutto questo non bastasse ,indagando a fondo ho scoperto altre azioni comunali a dir poco assurde.
La zona dove sorge la mia abitazione è soggetta a frequenti inondazioni : (CNR-Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica in Umbria) e fu proprio una inondazione avvenuta il 15 Dicembre 1937 a distruggere il mulino preesistente alla mia attuale abitazione. Il Comune di tutto questo se ne è completamente dimenticato al momento di rilasciare i permessi di costruzione, né tantomeno ha pensato ad una oculata gestione degli argini del
torrente, in quanto le rive sono state usate come discariche per decenni per poi essere accuratamente occultate.
Le ultime piene del Faena hanno portato alla luce queste discariche e dal momento che sono composte da materiali estremamente incoerenti hanno favorito una distruzione delle rive che nel caso della riva sinistra ha reso oltremodo vulnerabile la mia abitazione : (Allegata foto discarica occultata). Lo stesso responsabile della Regione Umbria, Servizi difesa del suolo-Cave-Miniere- Acque Minerali ,Geologo Dr.Endro Martini il 31 Maggio 2000 Prot.n°17622/99 classificava questa zona “Una naturale ed importante zona di espansione del torrente Faena. Documento a disposizione.
Lo stesso Prefetto Gabrielli quando era a capo della Protezione Civile in una audizione alla Camera dei Deputati il 27 Dicembre 2013 in relazione ad abitabilità concesse in zone soggette a inondazioni, si espresse molto pesantemente sulla responsabilità dei Comuni, ma il Comune di Fratta Todina si è ben guardato di valutare i problemi della zona al momento di rilasciare il permesso di costruzione.
I lavori eseguiti lo scorso Settembre –Ottobre sul Faena hanno avuto lo scopo principale di costruire un argine a protezione della discarica !!!! Come giustamente segnalato dal Responsabile del Servizio Difesa e Gestione Idraulica della Provincia di Perugia,in relazione alla mia richiesta di intervento per i danni provocati dalla ultima piena del torrente Faena avvenuta lo scorso 25/26 Marzo.
Tutto questo poteva essere evitato se il Comune avesse, al momento di rilasciare i permessi di costruzione meditato su quello che stava facendo.

Distinti Saluti

Valentino Ricci
Strada Vicinale del Mulino 4
Fratta Todina

Posted in ACQUA SALUTE E AMBIENTE, depurazione.