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La risposta della Prefettura

Pubblichiamo la lettera di Risposta della Prefettura di Perugia a seguito dell’incontro con il Comitato Umbro Acqua Pubblica del 12 aprile u.s. Come si può leggere nelle prime righe della seconda pagina Umbra Acque riferisce che “i distacchi sono stati sospesi”!

E’ questo un successo per tutti noi che stiamo facendo la campagna di obbedienza civile e che contuinueremo a farla fino a quando non avremo il completo rispetto degli esiti del referendum 2011.

Ecco la lettera

risposta prefettolettera prefetto 2

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PRESIDIO SOTTO LA PREFETTURA

Perugia: Presidio sotto la prefettura

Perugia: Presidio sotto la prefettura
http://vimeo.com/64373246

Il 12 aprile 2013, il Comitato Umbro Acqua Pubblica indice un presidio sotto la prefettura di Perugia per ribadire l’illegalità delle bollette di Umbra Acque SPA dopo il referendum.

Tanti “obbedienti” partecipano al presidio.

Il vice prefetto ci riceverà poi, al quale spiegheremo qual’è la situazione che si viene a creare dove i fuori legge sono l’azienda e l’assemblea dell’ATI e non i cittadini/utenti che decurtano la remunerazione del capitale investito dalla bolletta come obbliga il referendum del 12 e 13 giugno 2011.

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ACCOMPAGNA IL BAMBINO ALL’ASILO E QUANDO TORNA TROVA LA CASA SENZA ACQUA E IL CONTATORE ASPORTATO!

Questo è quanto successo a L. A. e S. B. una giovane coppia con un bimbo di 5 anni, lei disoccupata dopo aver ottenuto un diploma da infermiera,  lui da circa un anno senza lavoro,  che si sono trovati nell’impossibilità di pagare le bolletta dell’acqua.
Il SII di Terni, una settimana fa, l’8 aprile,  senza nessuna raccomandata di preavviso, ha chiuso l’acqua e asportato il contatore alla loro abitazione.
Il giorno dopo si sono recati presso gli uffici del gestore spiegando la delicata situazione familiare ed economica che stanno affrontando in questo periodo e chiedendo una rateizzazione della bolletta, ma è stato loro risposto che senza il pagamento integrale del debito e le spese del riallaccio non avrebbero potuto riavere l’acqua. Continued…

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Il Comitato Umbro Acqua Pubblica chiede di incontrare il Prefetto di Perugia!

rubinetto

  Nonostante gli esiti referendari Umbra Acque SPA, con il consenso dell’Assemblea dei Sindaci dell’ATI 1 e 2,  applica una     tariffa illegittima mantenendo la remunerazione del capitale investito abrogata.

Ciò è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato e dal Tar della Toscana con sentenza del 22 marzo 2013.

Ma umbra acque spa continua a far pagare in bolletta la remunerazione del capitale investito,  corrispondente dal 2012 al 15,82%, abrogata con il referendum del 2011.

Nel rispetto dell’esito referendario molti utenti Umbri hanno  aderito alla campagna di Obbedienza Civile, consistente nell’autoriduzione di tale quota non dovuta.

Per tutta risposta Umbra acque spa, oltre al disconoscimento degli esiti referendari, alla non restituzione della remunerazione del capitale investito, è arrivata ora all’estremo della negazione del diritto all’acqua,

con la  minaccia di distacco!

Il comitato umbro Acqua pubblica ha chiesto un incontro col Prefetto di Perugia,    per informarlo della situazione che si è venuta a creare e degli eventuali rischi  igienico-sanitari che possono derivare dalla minacciata sospensione del servizio idrico.

Il comitato umbro acqua pubblica continuerà a diffondere la campagna di obbedienza civile contestando le bollette e praticando l’autoriduzione.

l’acqua non si stacca!

In attesa di essere ricevuti dal Prefetto, come richiesto il 27/3/2013

presidio sotto la prefettura per venerdi 12 aprile alle ore 11,  P.zza Italia – Perugia

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GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA IN UMBRIA SI FESTEGGIA CON AVVISI DI DISTACCO!

 logo della campagfna obbedienza civile

Proprio in questi giorni dove in tutto il mondo si ricorda l’accesso all’acqua come bene comune e diritto umano fondamentale, in Umbria arrivano minacce di distacco del servizio idrico.

Esprimiamo la nostra indignazione per il vergognoso atteggiamento di Sindaci e Gestori, tra cui Umbra Acque spa, che ben lungi dal riconoscere l’acqua come diritto umano, minacciano di staccare l’acqua a cittadini considerati morosi.

Questo è il modo in cui l’Umbria celebra la giornata mondiale dell’acqua trattandola come un bene strettamente commerciale, ignorando i referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno 2011 e continuando a perseguitare con raccomandate e minacce di distacco i cittadini che ne pretendono il rispetto!

 

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NUOVO METODO TARIFFARIO? NO GRAZIE!!

Il popolo dell’acqua dice NO al nuovo metodo tariffario imposto dall’autorità di vigilanza (AEEG) che ignora completamente i risultati referendari riproponendo il profitto garantito per i gestori (famoso 7% degli investimenti) già abrogato, con il nome di “oneri finanziari”.

h2O libera

(Abbiamo già visto questo meccanismo con l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, riproposto sotto forma di rimborso elettorale).

Lo dice come Forum e come comitati territoriali riunitesi il 12 e 13 gennaio a Perugia.

Infatti contro la delibera dell’Autority oltre al ricorso al TAR Lombardia fatta dal Forum, è stato depositato anche il ricorso del comune di Aprilia, in cui agisce dal 2005 il locale Comitato Cittadino per l’acqua Pubblica.

La necessità di affiancare l’azione contro l’elusione del risultato referendario da parte dei territori che da anni sono impegnati contro la privatizzazione dell’acqua era stata condivisa all’incontro dei comitati territoriali tenutosi a Perugia il 12 e 13 gennaio 2013.

La difesa dell’esito referendario, non riguarda però solo i cittadini di Aprilia, ma tutti i comitati territoriali attivi per l’applicazione dei referendum, che stanno portando avanti la campagna di “obbedienza civile”, consistente nell’obbedire alla legge, facendo l’autoriduzione delle bollette dell’acqua togliendo la percentuale del profitto dall’importo da pagare.

Anche in Umbria continuerà la campagna di autoriduzione delle bollette, tutte e tutti possono partecipare contattando il Comitato Umbro Acqua Pubblica tutti i mercoledi pomeriggio dalle 17,30 alle 19,30 a Perugia, via del Lavoro 29 – tel. 075.5057404 o i referenti locali.

Perchè vogliamo pagare il servizio idrico e non i profitti garantiti dei gestori!

Perchè vogliamo il rispetto della volontà popolare espressa con i referendum del 12 e 13 giugno’11!

Perchè si scrive acqua e si legge democrazia diretta!

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Il Consiglio di Stato vota per l’acqua pubblica

 

Il palazzo del Consiglio di Stato a Roma

Il palazzo del Consiglio di Stato a Roma

 

DOPO LA CORTE COSTITUZIONALE,
ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO  VOTA PER L’ACQUA PUBBLICA

Il 29 gennaio 2013, il Consiglio di Stato, interviene sulla questione tariffe dell’acqua su sollecitazione dell’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), che intendeva estendere la retrottività del vergognoso metodo tariffario appena deliberato a fine 2012, fino al 21 luglio 2011 data del riconoscimento giuridico dell’esito referendario.
Il Consiglio di Stato dichiara senza indugi che la remunerazione del capitale investito è stata percepita nelle bollette dell’acqua di tutta Italia contro la volontà del popolo italiano .

E recita: “il D.M. 1° agosto 1996, limitatamente alla parte in cui considera il criterio dell’adeguatezza della remunerazione dell’investimento, ha avuto applicazione nel periodo compreso tra il 21 luglio e il 31 dicembre 2011 in contrasto con gli effetti del referendum del 12 e 13 giugno del 2011.”

E invita quindi l’Autorità a risarcire immediatamente gli utenti: “l’Autorità terrà conto, nell’esercizio dei poteri riconosciuti alla stessa e nello svolgimento dei conseguenti ed autonomi apprezzamenti tecnici, in sede di adozione dei nuovi provvedimenti tariffari.”

Ma va ancora piu lontano il parere del Consiglio di Stato dando un senso anche politico ai 2 quesiti referendari sull’acqua:
“l’abrogazione espressa dichiarata in esito all’accoglimento della domanda referendaria può produrre effetti con riguardo a quelle discipline legislative che, ancorché non oggetto del quesito, siano tuttavia strettamente connesse ad esso in quanto recanti norme contrastanti con la volontà abrogativa popolare.”

È quindi ribadita la necessità di rispettare la volontà del popolo sovrano di totale contrarietà a qualsiasi forma di privatizzazione del Servizio Idrico Integrato visto quanto proposto e messo in atto da qualsiasi governo fino ad ora malgrado il referendum del 12 e 13 giugno 2011.

approfondimento

il testo completo del parere del Consiglio di Stato

CdS-parere-267-del-25-1-13

 

 

 

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Il disegno di legge sull’AURI della regione Umbria favorisce la privatizzazione dell’acqua

PalazzoCesaroni-180x180Audizione del comitato umbro acqua pubblica in regione, questa mattina, sul disegno di legge  di riordino amministrativo riguardante la reintroduzione dell’ATO unico Regionale e la costituzione dell’AURI (autorità rifiuti e idrico).

L’AURI è una cooperazione speciale dei comuni, che dovrà amministrare il servizio idrico e i rifiuti sull’intero territorio regionale.

Il comitato umbro acqua pubblica ritiene che questo disegno di legge non sia in linea con il percorso contro la  privatizzazione dell’acqua che 5 anni fa ha portato alla proposta di legge di iniziativa popolare, e, il 12 e 13 giugno 2011 alla vittoria dei referendum. Perchè?

– Pur riconoscendo ”l’acqua bene comune essenziale…” e la ”garanzia all’accesso individuale e collettivo..” non riconosce il diritto al minimo vitale garantito previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di 50 lt. al giorno gratuiti per persona.

– non viene posto alcun limite allo sfruttamento industriale dell’acqua (commercio acqua in bottiglia), ne si privilegia l’uso idropotabile della risorsa.

– nulla si dice rispetto alla prevenzione e conservazione delle sorgenti dalle fonti d’inquinamento.

– non viene espressa la natura del servizio idrico come ”privo di rilevanza economica”, anzi tutt’altro, visto che si lascia ad intendere che il gestore sarà scelto attraverso gara ad evidenza pubblica.

– Tra le funzioni del Consiglio Direttivo c’è un chiaro riferimento all’affidamento del servizio mediante gara ad evidenza pubblica quindi in regime di libera concorrenza a gestori esterni, quindi volto alla privatizzazione.

-Tra le funzioni dell’assemblea è previsto che questa determini le tariffe nel rispetto di quanto previsto dagli artt. 10 del d.l. 70/2011 e 21 del d.l. 201/2011, cioè la normativa che ha attribuito la competenza in materia di tariffe del servizio idrico all’Autorità di vigilanza energia elettrica e gas, un’autorità di regolazione di mercato che ha deliberato un nuovo metodo tariffario reinserendo la remunerazione del capitale investito. Un nuovo metodo tariffario che il forum nazionale dei movimenti per l’acqua e il comitato umbro acqua pubblica si stanno preparando a contestare per le vie legali.

A questo proposito è stato triste ascoltare un Sindaco dichiarare che il costo dell’acqua è troppo basso perchè con il costo di un litro di benzina si pagano 1500 lt. d’acqua, quindi sarebbe necessario mettere i gestori privati in condizione di lavorare bene aumentando la tariffa per evitare gli sprechi della risorsa e favorire gli investimenti; inoltre ascoltare alcune organizzazioni sindacali che si dichiarano vicine a cittadini e lavoratori, difendere le dichiarazioni di confindustria riguardo il concetto di ” acqua bene economico”.

A conclusione il comitato umbro acqua pubblica ha rinnovato l’invito ad aprire un tavolo regionale partecipativo per affrontare tutte le problematiche dell’acqua sul territorio regionale.

 

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Territori contro la privatizzazione dell’acqua

Oggi a Perugia ci siamo incontrati (Comitato provinciale Latina, Cooodinamento Castelli Romani, Coordinamento comitati di Arezzo, Comitato Umbro Acqua Pubblica con rappresentanze di Orvieto, Perugia, Alto Tevere, Bettona, Lago, Comitato cittadino di Aprilia, Comitato Pugliese acqua bene comune con rappresentanze di Lecce, Bari, Brindisi, rappresentanze della Sicilia) per confrontarci su tutte le esperienze e le problematiche presenti sui territori riportate dalle voci della cittadinanza e le varie sensibilità locali sulla problematica dell’acqua. Da più parti è forte la delusione dei cittadini che attraverso la nuova proposta di metodo tariffario elaborato dall’AEEG (Autorità per l’energia elettrica e il gas) vedono aggirata per la seconda volta la volontà popolare della vittoria referendaria 2011 sull’acqua. Il profitto dei privati che pesava per il 7% sulle bollette è stato reintrodotto sotto le mentite spoglie dei costi finanziari. L’indignazione è forte nei territori e quindi è venuta fuori la necessità di una risposta diffusa e forte per il ripristino della volontà popolare e sono in discussione varie proposte per riprendere iniziative in difesa del diritto all’acqua. Non va dimenticato che già la privatizzazione del servizio idrico abrogato con il quesito referendario del 2011 fu reintrodotto dal governo Berlusconi prima e Monti dopo. Un raggiramento che però fu annullato dalla Corte Costituzionale nel luglio 2012 che riaffermò il principio secondo il quale l’esito referendario non può essere aggirato con l’introduzione di norme che di fatto reintroducono sotto mentite spoglie la norma abrogata.

Oggi questo nuovo metodo tariffario ripropone l’acqua come una merce e continua a garantire per i gestori privati pochi rischi e molti profitti.

Dai territori viene forte la consapevolezza anche della scarsa qualità dell’acqua fornita che compromette spesso la salute dei cittadini. L’emergenza arsenico ancora in corso sulla quale i gestori hanno temporeggiato per 10 anni, oggi impone all’Italia il pagamento di multe fino a 500000 euro al giorno che ricadranno sempre in capo ai cittadini che hanno visto compromessa la loro salute alimentare.

Territori contro la privatizzazione dell’acqua.

 

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TERRITORI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA

contro priv.rgb

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