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il grande accaparramento dell’acqua: Wall Street stà acquistando l’acqua nel mondo

                 

da: https://www.ecologise.in/2019/11/17/the-new-water-barons-wall-street-is-buying-up-the-worlds-water/

Un articolo che analizza puntualmente come la grandi società finanziarie (JPMorgan, Citygroup, Goldman Sacks, UBS, DB e altri…) e potenti famiglie come quella di  George HW Bush destinano i loro investimenti verso il bene naturale oggi più redditizio: l’acqua.

Jo-Shing Yang riferisce su come banche di Wall Street come Citigroup e multiliardari stiano acquistando sorgenti d’acqua in tutto il mondo a un ritmo senza precedenti. Allo stesso tempo, i governi si stanno muovendo rapidamente per limitare la capacità dei cittadini di diventare autosufficienti nell’acqua. Leggi anche un rapporto investigativo di The Guardian: liquidità: come è impazzito il business dell’acqua in bottiglia

Jo-Shing Yang, Ricerca globale

Una tendenza inquietante nel settore idrico si sta accelerando in tutto il mondo. I nuovi “baroni dell’acqua” – le banche di Wall Street e i miliardari elitari – stanno acquistando acqua in tutto il mondo a un ritmo senza precedenti.

Mega-banche familiari e centrali di investimento come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Credit Suisse, Macquarie Bank, Barclays Bank, Blackstone Group, Allianz e HSBC Bank, tra gli altri, stanno consolidando il loro controllo sull’acqua. Magnati ricchi come T. Boone Pickens, l’ex presidente George HW Bush e la sua famiglia, Li Ka-shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri miliardari filippini, e altri, acquistano anche migliaia di acri di terra con falde acquifere, laghi , diritti idrici, servizi idrici e quote in società di ingegneria e tecnologia idrica in tutto il mondo.

La seconda tendenza inquietante è che mentre i nuovi baroni dell’acqua stanno acquistando acqua in tutto il mondo, i governi si stanno muovendo rapidamente per limitare la capacità dei cittadini di diventare autosufficienti nell’acqua (come evidenziato dal ben pubblicizzato caso di Gary Harrington in Oregon, dove lo stato ha criminalizzato la raccolta di acqua piovana in tre stagni situati sulla propria terra privata, condannandolo per nove motivi a 30 giorni in prigione).

Guardiamo questa criminalizzazione in prospettiva:

Il miliardario T. Boone Pickens possiede più diritti idrici di qualsiasi altro individuo in America, con diritti su gran parte della falda acquifera Ogallala per drenare circa 200.000 acri (o 65 miliardi di galloni di acqua) all’anno. Ma il comune cittadino Gary Harrington non può raccogliere il deflusso dell’acqua piovana su 170 acri di terra privata.

È uno strano Nuovo Ordine Mondiale in cui multimiliardari e banche elitarie possono possedere falde acquifere e laghi, ma i cittadini comuni non possono nemmeno raccogliere l’acqua piovana e il deflusso della neve nei loro cortili e terre private.

“L’acqua è il petrolio del 21° secolo”. Andrew Liveris, CEO di DOW Chemical Company (citato nella rivista The Economist, 21 agosto 2008)

Nel 2008, ho scritto un articolo dal titolo “Perché le grandi banche potrebbero acquistare il tuo sistema idrico pubblico”, in cui ho spiegato in dettaglio come la copertura mediatica tradizionale e alternativa sull’acqua sia tesa a concentrarsi su singole società e super-investitori che cercano di controllare l’acqua acquistando diritti idrici e servizi idrici. Ma paradossalmente la storia nascosta è molto più complicata. Ho sostenuto che la vera storia del settore idrico globale è una storia contorta che coinvolge il “capitale globalizzato ad incastro”: Wall Street e le società di investimento globali, le banche e altre società di private equity d’élite – che spesso trascendono i confini nazionali per collaborare tra loro, con banche e hedge funds, con società tecnologiche e giganti delle assicurazioni, con fondi pensione regionali del settore pubblico.

Ora, nel 2012, stiamo assistendo ad un’accelerazione di questa tendenza Continued…

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Acqua: l’Umbria è la seconda regione d’Italia per le tariffe più care!

Lo studio nazionale sulle tariffe di Cittadinanza Attiva riporta che l’Umbria è la seconda regione d’Italia per le tariffe del servizio idrico più alte e che circa la metà dell’acqua immessa nelle tubature umbre si disperde prima di arrivare alle case dei cittadini.

Viene da se chiedersi il perché di tutto questo dopo oltre 15 anni di gestione privata del servizio idrico, attraverso società per azioni, in house e con la partecipazione di privati.

L’affidamento del servizio idrico da parte dei comuni ad una SPA, quale ad esempio Umbra Acque prevede una pianificazione economico finanziaria in funzione degli investimenti, con aumenti tariffari programmati per tutta la durata dell’affidamento a copertura dei costi correnti e degli investimenti, che garantiscono la cosiddetta “sostenibilità” economica, leggasi profitti garantiti per i soci.

Questa ci sembra l’unica cosa che la gestione privata riesca a garantire: gli utili d’esercizio.

Per esempio nell’ultimo anno, il 2018, l’utile è stato particolarmente fruttuoso, € 4.212.396 non a caso in questo anno è stata modificata l’articolazione tariffaria.

Con la scusa di creare la tariffa agevolata è stata di fatto tolta la tariffa base per cui la prima fascia tariffaria è passata da € 0,2848 per mc a € 0,8269 . Ciò ha fatto lievitare le bollette specie nei consumi più bassi.

Nel 2015 vennero aggiunte in tariffa le cosiddette “partite pregresse” circa 5,2 milioni di euro addebitati agli utenti in 6 rate a partire da agosto 2015.

Se nel 2015 e 2016 l’utile si è attestato sotto il milione di euro, nel 2014 e 2017 lo ha superato.

Il 2013 invece è stato un altro anno proficuo, l’utile di Umbra Acque spa è stato di € 3.102.000. Fu in quell’anno infatti che venne inserito tra i costi il cosiddetto FONI Fondo Nuovi Investimenti, per un’importo di € 4.957.624,00, da destinare ad investimenti non bene specificati, oltre a quelli già coperti dal piano tariffario. Di questi fondi vennero utilizzati solo € 400.000 per le utenze disagiate.

L’esperienza del FoNI è andata così bene che è stata ripetuta nell’articolazione tariffaria del 2017 per € 3.000.000, 2018 € 4.100.000 e 2019 € 5.100.000.

A proposito di investimenti, vi riportiamo di seguito gli ultimi dati dei controlli dell’Autorità d’Ambito:

2003-2007 Previsti in PdA € 60.881.019 – rendicontati € 27.260.398

2008-2010 Previsti in PdA € 40.543.008 – rendicontati € 26.168.179

2011-2013 Previsti in PdA € 34.945.594 – rendicontati € 23.415.526

2014 Previsti in PdA € 10.144.000 – rendicontati € 7.696.923

Operazioni tutte perfettamente regolari e legali, ma politicamente discutibili visto che parliamo di acqua, un bene primario fondamentale, libero in natura per le necessità della vita e del futuro del pianeta. Un bene talmente indispensabile per il quale tutti gli utenti sono disposti a pagare, tanto che per le società finanziarie oggi rappresenta uno degli investimenti più redditizi.

Ribadiamo che i canoni ai comuni per i mutui sono stati prima imputati in tariffa (1), poi, per quanto riguarda quelli non rimborsati, sono stati pagati dalla fiscalità locale (leggasi tasse dei cittadini) (2), in più, come riportato nel c.s. di Umbra Acque spa pubblicato su Umbria Journal del 19/10 u.s., pagati anche con i con i soldi dei conguagli (3): sono quindi 3 le volte che i cittadini pagano per i mutui accesi per gli impianti.

Per concludere, in risposta alle minacce di azioni legali nei confronti di questo comitato contenute nel comunicato stampa suddetto, consigliamo a Umbra Acque spa di non spendere inutilmente altri soldi degli utenti per azioni legali contro di loro, solo per tutelare l’immagine della SPA, partecipata da ACEA, quindi dalla multinazionale SUEZ,  tutti soggetti che conoscono perfettamente quanto rende la gestione del servizio idrico!

Recentemente infatti Umbra Acque ha organizzato un tavolo tecnico con alcuni Sindaci per valutare l’acquisto delle quote dei Comuni ed escluderli completamente dalla gestione e naturalmente dai profitti, mentre  la natura del servizio che è chiamata a svolgere dovrebbe essere di esclusivo interesse generale, interesse che, riteniamo, può essere tutelato solo da una gestione pubblica e controllata dalla partecipazione dei cittadini stessi.

Comitato Umbro Acqua Pubblica 

Il Presidente

Michel Drouin

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Cambiano i governi nazionali e locali, ma il diritto all’acqua resta calpestato!

L’efficientamento della gestione tanto propagandato da Umbra acque spa, pagato con gli ultimi aumenti tariffari, serve ad aumentare i profitti ma sicuramente non a soddisfare il diritto fondamentale dell’accesso all’acqua.

Infatti Umbra Acque spa ha avviato una nuova ondata di distacchi dell’acqua.

Basta un disguido bancario, una bolletta non ricevuta senza che l’utente se ne accorga, o semplicemente non avere la possibilità di pagare che arriva a casa l’operatore a staccare l’acqua. Non importa se non hai ricevuto nessun avviso; sui tablet in dotazione agli operatori l’avviso risulta inviato, d’altronde non c’è più bisogno nemmeno della firma di ricevuta! (sic), quindi si può procedere al distacco.

La metà dell’acqua potabile si perde nelle reti, però il gestore privato dell’ATI 1 e 2 dell’Umbria non esita a lasciare famiglie, persone, malate o no, senza un bene di prima necessità come l’acqua, nella completa indifferenza dei Sindaci, le cui politiche ormai sono completamente asservite alle multinazionali.

Eppure non si parla altro che di acqua come diritto umano fondamentale che deve essere tutelato: l’ONU lo ha dichiarato con la risoluzione del 28 luglio 2010; il Parlamento Europeo lo fece già con la Risoluzione del 4 settembre 2003 dove stabilì che “l’accesso all’acqua potabile pulita in quantità e qualità congrue costituisce un diritto umano fondamentale” e che “i governi nazionali hanno il dovere di adempiere a questo obbligo;” https://contrattoacqua.it/public/upload/1/2/tab_elms_docs/13278296761-acqua-e-pe.pdf

In Italia il diritto all’accesso all’acqua, strettamente “connesso all’uso dell’acqua potabile in casa” è sicuramente collegato all’art. 32 della Costituzione sulla tutela il diritto alla salute (sent.ze Tribunale di Cagliari 31/03/2014; Trib. di Fermo del 23/3/2016; Corte di Cassazione sentenza n. 16894/16).

Anche l’ARERA, l’autorità del mercato del servizio idrico (nonostante il popolo italiano abbia detto no alla privatizzazione dell’acqua con il referendum del 2011) ha posto un limite ai distacchi degli utenti morosi, stabilendo, con delibera 311/2019/R/idr, che il servizio idrico può essere sospeso solo per un mancato pagamento superiore all’importo “annuo dovuto dall’utente relativamente alla fascia di consumo a tariffa agevolata, ossia 50 litri/abitante/giorno”, volendo garantire agli utenti almeno il minimo vitale giornaliero a persona, oppure in caso di

Ma i Sindaci dell’AURI tutto fanno tranne che tutelare gli utenti, così l’Umbra Acque spa (leggasi ACEA e SUEZ) fa da padrona sull’acqua, privando i cittadini di un bene essenziale diritto umano fondamentale.

Se il dovere di ogni primo cittadino è quello di gestire la res-pubblica vogliamo che i Sindaci dell’AURI vietino i distacchi e pretendano dal gestore il rispetto della convenzione, cioè:

– la realizzazione degli investimenti programmati e pagati con i soldi pubblici e le tariffe degli utenti;

il rimborso dei canoni dei mutui, che Umbra Acque incassa con le bollette. Mutui che i cittadini pagano due volte, la prima nelle bollette, la seconda attraverso la fiscalità locale.

Comitato Umbro Acqua Pubblica

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Umbra acque e l’arte d’ingannare: “l’incremento tariffario riguarda “solo” la parte agevolata”

Con un recente comunicato pubblicato sui giornali on line Umbra acque spa spiega le ragioni degli aumenti tariffari, approvati dal Consiglio Direttivo dell’AURI – l’Assemblea dei Comuni.

Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre.” diceva una celebre frase di Abraham Lincoln.

L’apparente spiegazione logica riportata negli articoli si smonta facilmente.

  1. La tariffa agevolata

Da sempre la tariffa del servizio idrico dei comuni gestiti da Umbra Acque spa è articolata in 4 fasce, di cui la prima, che va da 0 a 70 mc annui. Non essendoci mai stata una tariffa agevolata va da sè che quella relativa alla prima fascia sia considerata la tariffa base. D’altra parte le tariffe delle 4 fasce sono sempre aumentate di anno in anno in base alla percentuale deliberata dalle assemblee dei comuni.

La Determina dell’ARERA del 25/9/2017 n. 655, con la quale è stato approvato il cosiddetto TICSI (testo integrato corrispettivi servizi idrici), prevede una tariffa base aggiornata mediante il moltiplicatore tariffario (che per l’anno 2018 è pari a 1,121 e per l’anno 2019 pari a 1,144) ed una tariffa agevolata che può essere SCONTATA rispetto a quella base dal 20 al 50%.

E qui veniamo all’inganno!

Per applicare questa indicazione dell’ARERA i comuni hanno deliberato che la tariffa base fosse la ex seconda fascia ed a questa hanno calcolato lo sconto per la tariffa agevolata, facendo sparire definitivamente la prima fascia.

Per capire l’importanza del passaggio possiamo precisare che la tariffa di prima fascia (0-70 mc) era di € 0,2541 e con l’applicazione del moltiplicatore tariffario per il 2018 doveva aumentare fino a € 0,2848.

Di conseguenza la tariffa agevolata doveva risultare da una diminuzione che poteva essere dal 20 al 50% e quindi corrispondere ad un importo oscillante da € 0,2278 ad € 0,1424.

Considerando invece come tariffa base quella che era di seconda fascia, corrispondente ad € 1,1349, abbiamo avuto una tariffa detta “agevolata”, ma in realtà quasi triplicata rispetto all’anno precedente. Insomma i primi consumi costeranno per tutte le utenze domestiche residenziali € 0,8269 piuttosto che € 0,2848 per mc. Questa si può chiamare agevolazione?

Un consumo di 70 mc annui senza agevolazione sarebbe costato € 19,93 mentre con la “finta” agevolazione costa € 57,88, oltre il doppio!

  1. La tariffa di terza e quarta fascia.

Contro il principio “più consumi e più paghi” è invece diminuito il costo della terza fascia tariffaria, quella oltre i 240 mc. che prima costava € 3,028777 e dal 2018 (da conguagliare nel 2019) è passata ad € 1,6617 fino ad un consumo di 360 mc e ad € 2,0107 per consumi oltre 360 mc.

Così le utenze domestiche con elevati consumi stanno ricevendo conguagli positivi.

  1. Tariffa pro capite

Rispetto alla “Tariffa pro-capite”, l’Umbra Acque sta applicando la tariffa base rapportata a 3 componenti per ogni utenza, cioè 90 mc per anno fino al 2022. Per allora avrà dovuto fare le verifiche dei componenti effettivi facenti capo all’utenza.

Questo significa che nel 2022 avremo altri conguagli? Quindi i nuclei con meno di tre componenti dovranno restituire i soldi per la tariffa agevolata pagata in più?

Mentre alle utenze con più di 3 componenti, ad esempio una famiglia di 4 persone, saranno restituiti i soldi per la maggiore tariffa pagata?

Cosi come dopo il referendum del 2011 quando i profitti che dovevano sparire diventano invece costi, oggi gli aumenti diventano agevolazioni, mentre per i gestori crescono gli utili.

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Acqua: la tariffa dell’acquedotto aumenta di circa il 50%! E la chiamano agevolazione!

 

Con una delibera del 28 dicembre scorso il Consiglio Direttivo dell’AURI ha approvato la nuova articolazione tariffaria per l’anno 2018 e 2019, in applicazione del TICSI (TESTO INTEGRATO CORRISPETTIVI SERVIZI IDRICI) introdotto dalla Delibera ARERA 655 del 28/09/2017 con lo scopo di creare un quadro unico del sistema tariffario nazionale.

Per le utenze gestite da Umbra Acque spa tutto ciò ha comportato l’introduzione della fascia agevolata per le utenze domestiche residenziali pari a 30 mc all’anno per ogni persona facente capo all’utenza. Per esempio se l’utenza serve un nucleo di 5 persone la fascia tariffaria agevolata sarà di 150 mc all’anno e, questa, sarebbe finalmente una buona notizia, ma…..

Quello che sembrerebbe finalmente l’applicazione di un principio di equità, l’applicazione della tariffa del SII rapportata al numero delle persone riferibili alla stessa utenza, si traduce nei fatti nell’aumento di circa il 50% rispetto alla tariffa base del 2017 (€ 1,8569 nel 2018 contro 1,2066 della 1° fascia del 2017).

Allo stesso tempo nella nuova classificazione la tariffa relativa alla 3° eccedenza di consumo, oltre i 360 mc annui costa all’utenza circa il 35% in meno rispetto al 2017 (€ 3,02 nel 2018 contro € 4,78, per consumi maggiori di 240 mc, nel 2017).

Questa è chiaramente l’applicazione di una logica commerciale finalizzata ad incassare di più sui primi consumi nelle utenze domestiche che cercano di salvaguardare la risorsa risparmiando il consumo di acqua.

L’altra novità che ci preme sottolineare è l’introduzione della categoria “uso pubblico non disalimentabile” alla quale sono ricondotte le utenze di ospedali e servizi sanitari, scuole, vigili del fuoco, caserme e tutti gli altri uffici pubblici necessari allo svolgimento de servizi essenziali alla collettività. Per queste utenze viene applicata la stessa tariffa per l’uso industriale, commerciale e artigianale, cioè delle imprese che producono profitti.

Ancora una volta sono stati favorite le speculazioni delle multinazionali (suez/acea all’interno di Umbra Acque) piuttosto che il diritto umano fondamentale all’accesso all’acqua.

Un piccolo consiglio per alleviare un poco quest’ultima stangata di tariffe alle utenze con nuclei di persone maggiori di 3 è quello di comunicare all’Umbria Acque spa il numero dei componenti che fanno capo all’utenza in modo da avere la tariffa cosiddetta “agevolata” applicata ad una fascia più ampia.

L’unica soluzione a questo sistema resta quella di liberare l’acqua dal privato e dalla logica privatistica dei profitti!

Comitato Umbro Acqua Pubblica

https://acquapubblica-umbria.noblogs.org

e_mail: acquapubblicapg@gmail.com

Michel 3381912990, Massimo 3384611681, Elisabetta 3337826433

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Estrazione lotteria a premi “Privatizzare l’acqua è un crimine contro l’umanità”

Oggi 26 aprile alle ore 18,00 si è svolta l’estrazione della lotteria organizzata dal Comitato Umbro Acqua Pubblica per finanziare le spese legali necessarie alla vertenza dell’istanza popolare per la risoluzione del contratto con Umbra Acque spa.

Ecco i numeri estratti collegati a premi:

1° premio – Quadro del pittore di Josè Carlos Araoz – biglietto n. 1993

2° “Secretaire” in radica di noce – biglietto n. 2324

3° Prosciutto – biglietto n. 1727

4° Lampada in rame per esterno – biglietto n. 1677

5° Smart Phone – biglietto n. 2036

6° Ventilatore con piedistallo – biglietto n. 2173

7° Centrifugatrice per alimenti – biglietto n. 0373

8° Set da tavola decoro ricco deruta – biglietto n. 1867

9° Lattina olio extravergine di oliva anno 2018 – biglietto n. 1349

10° Un set di 6 bicchieri rossi con disegno oro – biglietto n. 1781

11° Una bottiglia di grappa da uve San Giovese biologiche – biglietto n. 2063

12° una bottiglia di vino “Notte Rossa” – biglietto n. 0187

I premi potranno essere ritirati dietro presentazione del biglietto vincente entro il 25/05/2019, presso la sede del comitato, tutti i mercoledì pomeriggio dalle 17,00 alle 19,00 oppure concordando un’altro giorno chiamando i referenti Michel 3381912990, Massimo 3384611681, Elisabetta 3337826433.

 

 

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Parte la lotteria dell’ Acqua del Comitato!

Estrazione il 26 Aprile

Premi Lotteria Estrazione il 26 Aprile

 

  Partecipa alla lotteria per finanziare le spese legali dell’istanza popolare di risoluzione della convenzione di affidamento del servizio idrico a Umbra Acque SPA.

  

  Dopo 14 anni di gestione privata del servizio idrico, iniziata dagli ATI 1 e 2 dell’Umbria nel 2003 con l’affidamento a Umbra Acque SPA (partecipata dalla multinazionale ACEA SPA e quindi dalla francese SUEZ), con il pretesto che la gestione totalmente pubblica fosse costosa, corrotta e inefficiente e, continuata malgrado la vittoria del referendum dell’acqua del 2011, oggi abbiamo l’ulteriore conferma del totale fallimento del modello privato di gestione del servizio idrico! Dal piano tariffario del SII periodo 2016-2019 infatti si deduce che questa gestione produce grandi profitti per le multinazionali (ACEA-SUEZ) a scapito degli utenti.

1) Il programma ACEA 2.0, con la scusa di efficientare la gestione amministrativa, in realtà ha permesso ad ACEA (SUEZ) di chiudere il 2016 con un utile maggiore del 49,9% rispetto al 2015                               (vds QFinanza on line ) e di aumentare la quotazione delle sue azioni del 2,78%.
2) Bollette rincarate (2016 +5,5 %, 2017 +12,1 %, 2018 +8,4 %, 2019 +10,5%)
3) canoni non pagati ai comuni (€ 12.640.000 cifra indicata nella “Relazione tariffe”)
4) investimenti non realizzati (€ 59.525.518 dall’esito dei controlli pubblicati dall’ATI) comunque pagati nelle tariffe
5) aumento delle perdite nelle reti.

Tutto finalizzato al profitto del gestore!

Un modello di gestione che porta all’aumento dei costi a carico degli utenti, all’impoverimento delle infrastrutture e che è sempre più lontano dalle esigenze degli utenti che per usufruire di un bene di prima necessità come l’acqua, per problemi contrattuali o di fatturazione, si possono relazionare solo con call center che raramente rispondono, mentre diminuiscono gli sportelli aperti al pubblico insieme ai dipendenti con i quali gli utenti possono interloquire.

Cosa ci ritroveremo alla scadenza della concessione nel 2027?
Cosa fanno Sindaci e Amministratori?

Il Comitato Umbro Acqua Pubblica, con il sostegno di 1500 cittadini, presenterà l’istanza per la risoluzione della Convenzione con Umbra Acque SPA ed avviare una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali.

Partecipa alla lotteria per finanziare le spese legali del Comitato!

L’estrazione della lotteria avverrà venerdì 26 aprile2019,

presso la sede del Comitato in Via del lavoro 29, 06124 Perugia

volantino istanza popolare lotteria

RegolamentoLotteria2019ComitatoUmbroAcquaPubblica

 

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Giornata mondiale dell’acqua: Umbra Acque spa mette in mora utenti che invece hanno pagato!

Via del lavoro 29

Sede del Comitato Referendario ACQUA 2 SI

Sono ormai due anni che stiamo sopportando gravi disagi nella gestione del servizio idrico di Umbra Acque spa.

L’anno scorso per circa 8 mesi le fatture non sono arrivate, poi sono iniziate ad arrivare con importi esagerati ed a cadenza molto ravvicinata, anche ogni 10 giorni. Si è scoperto poi che in molti casi non arrivavano a causa degli indirizzi sbagliati, tanto che molti utenti hanno dovuto affollare gli sportelli (quei pochi rimasti!) per chiedere duplicati e correggere gli indirizzi.

Questi gli effetti della nuova gestione amministrativa centralizzata di ACEA (vedi la multinazionale SUEZ) che ormai fa da padrona sull’acqua, monopolio naturale privatizzato ormai da anni.

Per di più, oltre la beffa anche il danno!

Tutto ciò è dovuto alla messa in opera di ACEA 2.0 il famoso programma centralizzato che doveva efficientare tutta la gestione amministrativa delle varie partecipate di ACEA (-SUEZ) e che costa agli utenti Umbri 2 milioni di euro all’anno (oltre 150 milioni nel suo complesso!). Adesso, per concludere il ciclo, stanno arrivando a molti utenti raccomandate con messa in mora ed avviso di distacco.

Il bello è che in molti casi gli importi richiesti sono stati regolarmente pagati!

Insomma, prima i ritardi, poi le fatture ogni 10 giorni, adesso le raccomandate con avviso di distacco senza alcun sollecito precedente!

Eppure Umbra Acque non è così regolare con i suoi impegni. Infatti nel periodo 2003-2013 ha realizzato minori investimenti per una media di circa il 37% per periodi di controllo, fino ad arrivare al 38,43% per il solo 2014, ultimo anno di controllo. Nello stesso tempo le tariffe sono aumentate ma diminuiscono gli sportelli al cittadino; subiamo procedure d’infrazione europea per mancanza di depuratori ma il canone viene pagato anche quando i cittadini provvedono da soli con le fosse imhoff; non si realizzano gli investimenti ma si fanno pagare i conguagli tariffari.

L’acqua è un servizio vitale e la sua peculiarità è riconosciuta dall’ONU, dalle organizzazioni internazionali, dalle direttive europee. Il distacco senza alcun motivazione equivale ad un reato di interruzione di pubblico servizio.

Come è possibile minacciare il distacco di un servizio fondamentale con tanta leggerezza e a fronte di una gestione così inefficiente?

VIA LE MULTINAZIONALI CHE PENSANO SOLO A FARE PROFITTI CON L’ACQUA!
CACCIAMO UMBRA ACQUE (ACEA-SUEZ) SPA prima che sia troppo tardi.

Comitato Umbro Acqua Pubblica

(Michel Drouin 338.1912990 Massimo Panella 338.4611681 Elisabetta De Persio 333.7826433)

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IMPORTANTE SENTENZA PER GLI UTENTI DI UMBRA ACQUE IL GIUDICE DI PACE DI PERUGIA Dr.ssa C.Cristiani RICONOSCE IL RIMBORSO DELLA DEPURAZIONE E DELLA FOGNATURA A FAR DATA DAL 1° GENNAIO 2003

Il Giudice di Pace di Perugia, Dott.ssa C. Cristiani, con sentenza n. 656/2017, ha accolto il ricorso presentato da un utente del servizio idrico, riconoscendogli il diritto al rimborso degli importi indebitamente corrisposti ad Umbra Acque S.p.a., a titolo di quota di tariffa per la depurazione e la fognatura, a far data dal 1° gennaio 2003.

La causa ha preso il via dal ricorso presentato dalla sig.ra Luciana Crestani, assistita dall’avv. Sandro Ponziani, del Foro di Città di Castello, alla quale, pur non essendo servita da alcun impianto di depurazione, né collegata alla fognatura pubblica, era sempre stata addebitata la quota di tariffa, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 avesse dichiarato l’illegittimità di tale balzello, in mancanza del relativo servizio.

Tale quota era stata solo parzialmente rimborsata alla sig.ra Crestani dal gestore, per il periodo successivo al 2007; mentre veniva negato ogni rimborso per il periodo precedente.

In corso di causa, Umbra Acque (difesa dall’Avv. Carlo Calvieri) sosteneva che le somme relative al predetto periodo, dovevano ritenersi ormai prescritte.

Il Giudice di Pace di Perugia, in persona della Dott.ssa Cristiana Cristiani (richiamando peraltro una sua precedente analoga sentenza), ha però accolto quanto sostenuto dall’Avv. Ponziani, secondo cui alla fattispecie deve ritenersi applicabile l’art. 2946 del Codice Civile, che prevede la prescrizione ordinaria decennale del diritto al rimborso di somme indebitamente corrisposte.

Umbra Acque spa quindi è stata condannata a rimborsare la somma illegittimamente pagata dall’utente dal 1 gennaio 2003, oltre l’IVA, gli interessi legali e la rivalutazione monetaria, da calcolarsi dalla data dei singoli pagamenti al saldo ed anche sulla somma già rimborsata da Umbra Acqua spa nel periodo successivo al 01.01.2007, nonché al pagamento delle spese del giudizio.

La sentenza assume pertanto una particolare importanza, per tutti gli utenti di Umbra Acque non serviti da impianti di depurazione funzionanti o non collegati alla pubblica fognatura (che si calcola siano diverse migliaia), i quali potranno far valere nei confronti del gestore il diritto al rimborso delle somme indebitamente corrisposte.

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I profitti nella tariffa di Umbra Acque SPA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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